Sergio Aguero ha ufficialmente detto addio al calcio giocato. Lo l’ha fatto a soli 33 anni per il persistere dei suoi problemi di natura cardiaca.
In una conferenza stampa a Barcellona, il Kun ha detto: “Annuncio il mio ritiro dal calcio giocato. Una decisione difficile, che ho preso 10 giorni fa, ma prima di tutto viene la salute. Ho fatto del mio meglio per vedere se c’era qualche speranza, ma non ce n’era molta. Lascio a testa alta, non so cosa mi riserverà il futuro“.
I media spagnoli avevano già anticipato i contenuti della conferenza, parlando di addio per aritmia cardiaca incompatibile con l’attività agonistica.
L’ultima partita giocata da Aguero è stata il 30 ottobre scorso contro l’Alaves. In quell’occasione il Kun fu costretto ad uscire dal campo dopo soli 41 minuti per fastidi al torace e problemi respiratori.
Malore che, secondo alcuni, potrebbe essere legato al vaccino Covid. Da tempo infatti Sergio Aguero è in prima fila nella campagna vaccinale, anche per far vaccinare i minori.
Aguero non è un caso isolato
Questo caso arriva a pochi mesi dopo il drammatico malore accusato da Eriksen durante una partita dell’Europeo di calcio.
Negli ultimi giorni altri casi riguardanti calciatori professionisti hanno riempito le pagine dei giornali. Si tratta di Zielinski, calciatore del Napoli che ha dovuto abbandonare Napoli-Empoli per problemi respiratori. Lo stesso destino è toccato a Lindelof durante Manchester United-Norwich.
La preoccupazione intorno a questi casi anomali sta salendo e i controlli si fanno più pressanti. Sul sito de Il Giornale Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia ha detto: ”In caso di palpitazioni, stanchezza prolungata o altri sintomi anomali bisogna fare subito dei controlli e fermare l’attività agonistica. I vaccini a Rna possono essere associati a casi di miocardite, ossia l’infiammazione del muscolo cardiaco che è più frequente per le persone sotto i trent’anni”.