Alessandro Di Battista scrive un lungo post su Facebook nel quale parla di quella che definisce “La battaglia del secolo”, delle scelte fatte in passato e del nuovo incarico per la piattaforma Rousseau.
“Nel 2012, nel video di presentazione della mia candidatura in Parlamento, dissi una cosa semplice: «voglio fare una legislatura e poi voglio tornare alla mia vita, ovvero scrivere e viaggiare»”.
Per quella scelta, dice Di Battista “sono stato attaccato” ma “volevo solo riprendermi i miei spazi dopo essermi impegnato moltissimo 5 anni in parlamento”.
Dibba elenca alcune cose che ha fatto da parlamentare e aggiunge “non mi sono risparmiato […] ho attaccato poteri vendicativi.”
Poi passa alle cifre: “Ho restituito circa 260.000 euro. Soldi che mi spettavano ma avevo stretto un patto con i cittadini. Nel 2013 dissi in campagna elettorale che avrei restituito l’assegno di fine mandato. Ebbene ho ricevuto il Tfr una volta uscito dal Parlamento. 43.000 euro. Li ho restituiti tutti”.
Continua raccontando la sua vita da cittadino comune, quella che lo ha portato a viaggiare per il mondo con il figlio e la sua “eccezionale compagna […] mentre i giornalisti continuavano a criticarmi”.
“Sono tornato in Italia. Potevo pretendere qualcosa dal Movimento che avevo contribuito a portare al governo ma non l’ho fatto. Ho preferito mantenere una totale libertà elogiando il Movimento quando lo meritava, criticandolo ove necessario”.
Quando “Salvini l’ha fatta fuori dal vasino e il M5s ha scelto di governare con il PD […] io ero contrario perché temevo che il partito nato dai partiti foraggiati maggiormente dai Benetton mai avrebbe accettato la revoca delle concessioni autostradali”.
Alessandro Di Battista: “Sono un uomo libero”
Continuando a leggere lo sfogo di Alessandro Di Battista, la revoca delle concessioni autostradali appare come la battaglia delle battaglie: “Se le concessioni verranno tolte ai Benetton il Movimento farà qualcosa di grande […] è la battaglia del secolo”.
Ora, al di là di come la si pensi sulla questione, sembrerebbe che tutto il “lavoro” dell’attuale governo e del Movimento in particolare, lo si possa giudicare soltanto attraverso la revoca o meno ai Benetton.
Ma un atto politico, per quanto importante o giusto possa essere, non giustifica tutto quello che di male è stato fatto, e non fa dimenticare tutto ciò che non è stato fatto. Questo governo, caro Alessandro, oltre a non fare, di cose sbagliate ne ha fatte diverse e continua a farne.
Insomma, è come se l’Emilia rossa vincesse le regionali e, dunque, l’Italia non meritasse di andare al voto. L’Emilia Romagna è certamente una porzione importante del Paese ma non rappresenta la maggioranza, che secondo tutti i sondaggi vorrebbe la destra al governo.
Per lo stesso identico motivo delle regionali, la revoca delle concessioni autostradali è sì, un atto politico importante, ma non giustifica i danni del governo. Eppure, secondo Di Battista, una volta ottenuta la revoca, il Movimento ha fatto il suo. Non una parola sulle tasse o sulle migliaia di imprese che chiudono: va tutto bene.
Rousseau e il liberismo
Verso la fine del post spiega il perché dell’incarico avuto per la piattaforma Rousseau. “Sono due anni che faccio da volontario (attivista) dando una mano a Rousseau per quanto riguarda la funzione call to action […] da volontario – quindi gratis – continuerò a farlo. Tutto qui. Eppure per qualcuno mi sarei venduto per un incarico. Ma non vi viene da ridere leggendo una roba del genere? Io sono un uomo libero”.
Conclude lo sfogo dicendo di voler combattere il liberismo e attaccando praticamente tutti meno gli alleati del Pd: “Pensate che sulla visione di Stato, sulle privatizzazioni, sulla distruzione dello Stato sociale a vantaggio dei privati Renzi, Salvini e Bonino siano così diversi?”.
Verrebbe da chiedere, al “rivoluzionario” pentastellato che parlava della piovra Pd, di cui oggi è alleato, se il Partito Democratico è diverso da Renzi, Salvini o la Bonino?. – Foto: YouTube