HomeDirittoAlessia e Davide si sposano e cambiano sesso: 'matrimonio valido' - Video

Alessia e Davide si sposano e cambiano sesso: ‘matrimonio valido’ – Video

Sentenza storica quella del tribunale di Grosseto. Alessio e Valentina, sposati, cambiano sesso e diventano Alessia e Davide: per il giudice il matrimonio resta valido.

Alessia e Davide avevano già un primato, ovvero quello di aver celebrato il primo matrimonio transgender in Italia il 6 febbraio 2016.

Valentina ha conosciuto il suo amore mentre era in vacanza all’Argentario nel supermercato di proprietà di Alessio, a Orbetello: un colpo di fulmine.

Nel giorno del loro matrimonio Alessio è arrivato in comune con l’abito da sposa, mentre Valentina aveva una cravatta.

Una sentenza storica quella di Alessio e Valentina

I due giovani, 28 anni Alessia e 24 anni Davide, al momento delle nozze erano ancora Alessio e Valentina sui documenti.

La coppia aveva già deciso di intraprendere il percorso del cambio di sesso ma prima di procedere volevano ufficializzare la loro unione.

Dopo il cambio sesso Alessio è diventato Alessia, mentre Valentina è diventata Davide. Marito e moglie si sono invertiti i ruoli.

I due sono rimasti sposati e la sentenza che ha dichiarato valido il loro matrimonio dopo il cambiamento è davvero storica.

Il 3 ottobre 2019 il tribunale di Grosseto ha riconosciuto il duplice cambiamento di sesso e ordinato all’anagrafe di ratificare la validità del matrimonio a ruoli invertiti.

L’avvocato Cathy La Torre ha dichiarato: «È una sentenza straordinaria in senso giuridico e sociale e farà giurisprudenza».

In Italia, se a cambiare sesso è solo uno dei coniugi, è previsto lo scioglimento del matrimonio o la trasformazione in unione civile.

Se invece entrambi i coniugi hanno cambiato sesso il matrimonio è lecito solo se in possesso di riconoscimento medico della disforia di genere e delle cartelle cliniche che attestino il cambiamento fisico con ormoni e operazioni.

Essendo già sposati, Alessia e Davide, dopo aver cambiato sesso, hanno chiesto e ottenuto dal giudice di riconoscere la loro unione anche con i nuovi dati anagrafici.

Partendo da una sentenza della Corte costituzionale (170 del 2014), il tribunale di Grosseto ha sancito che la riattribuzione del genere anagrafico «non può ripercuotersi in modo tombale sulle sorti dell’unione matrimoniale, in presenza di una precisa volontà manifestata dai coniugi, di conservazione del matrimonio sul quale la loro famiglia è fondata e che è interesse dell’ordinamento salvaguardare». – Foto YouTube

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