Finalmente ha un volto il padrone del cane trovato in fin di vita un’anno fa in provincia di Vicenza; l’uomo rischia il carcere.
Un’anno fa a Sandrigo nel Vicentino è stata ritrovata una femmina di pitbull praticamente morta.
Il cane aveva parti del corpo in decomposizione, la testa deformata, una cintura al collo attaccata ad un masso per impedirle di risalire.
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Dopo un anno di ricerche ritrovato il padrone del cane
Il padrone del cane è stato inizialmente condannato a 6 mesi di reclusione, che sono poi stati convertiti in 6700 euro di multa.
L’identificazione del padrone del pitbull è avvenuta grazie al chip che il cane aveva sottopelle. Da alcuni anni è obbligatorio inserire ai propri animali questo dispositivo.
Il Pm Maria Elena Pinna ha anche incrociato i tabulati telefonici con i movimenti dell’uomo per aver la certezza che fosse realmente il proprietario il colpevole.
Il nome dell’uomo non è stato reso noto, è emerso solo che è un trentenne di Lusiano Conco. Dopo aver massacrato di botte l’animale ha deciso di annegare il cane per evitare che venisse ritrovato.
Il piccolo laghetto in cui l’aveva barbaramente buttata però si è prosciugato e alcuni operai della zona han fatto la macraba scoperta, trovando il cane riverso a pancia all’aria.
La condanna è per il reato di “uccisione di animale“, previsto nel codice penale nell’articolo 544-bis. La pena va dai 4 mesi ai due anni di reclusione.
Il ragazzo inizialmente è stato condannato a 6 mesi di reclusione, con pena sospesa per cinque anni, al termine del quale sarà considerata estinta. In caso di reiterazione del reato la situazione sarà diversa.
Molte associazioni ambientaliste gioiscono per la pena esemplare, altri sono indignati per la sospensione della pena carceraria. Noi ci chiediamo: chi sono poi veramente le bestie?