Oggigiorno sempre più persone soffrono di quella che viene definita “ansia moderna”. Ma di cosa si tratta esattamente?
Negli ultimi decenni passiamo la maggior parte del nostro tempo a preoccuparci di ipotetici eventi negativi: una malattia, la perdita di una persona che amiamo, un licenziamento, ecc..
Con l’arrivo di internet e i telegiornali 24 ore su 24, la situazione è peggiorata drasticamente. La persona ansiosa ha perennemente la sensazione di trovarsi in una condizione di stato di allerta e si preoccupa per ogni minima cosa che deve fare, poiché teme di fallire o di incappare in qualche difficoltà.
Chi soffre d’ansia si sente sopraffatto anche dalle cose più banali e queste paure immotivate spesso compromettono anche il rapporto con gli altri.
Fondamentalmente ci preoccupiamo di cose che non fanno parte del presente e che potrebbero non accadere mai.
Il secolo scorso il noto scrittore Mark Twain scrisse che “Gran parte della mia vita è stata spesa a preoccuparmi di cose che non sono mai accadute.”
È interessante ciò che è emerso dagli studi di alcuni psicologi: l’ansia moderna si baserebbe su cinque diverse categorie di preoccupazioni, quattro delle quali sono immaginarie. Questo significa che solo una categoria riguarderebbe preoccupazioni reali.
Ansia, tra passato e futuro
Secoli fa il grande filosofo Seneca studiò la tendenza dell’uomo a concentrarsi sui lati negativi delle cose e la sua preoccupazione eccessiva per ogni situazione.
Ecco ciò che scriveva: “gli animali selvaggi scappano dai pericoli che incontrano nella loro realtà e, una volta in salvo, non si preoccupano più. Noi invece ci tormentiamo dal passato e da ciò che succederà in futuro.”
Già a quel tempo il filosofo aveva intuito che la mente umana viaggia incessantemente tra il passato e il futuro, tra gli errori commessi e quelli che potremmo commettere, tra le tragedie che abbiamo vissuto e quelle che potrebbero accaderci.
Nella corrispondenza con l’amico Lucilio, Seneca affermava: “Non essere infelice prima che la crisi arrivi, poiché i pericoli che soffri prima che ti minaccino realmente, potrebbero non raggiungerti mai.”
Poi ci consiglia: “certe cose ci tormentano più del necessario; altre ci tormentano prima che arrivino e altre ancora ci tormentano quando non dovrebbero tormentarci affatto. Abbiamo l’abitudine di esagerare, immaginare o anticipare la tristezza.”
Seneca dedicò molti altri scritti a questo disturbo dell’uomo, che noi vi invitiamo a cercare e a leggere, poiché la sua saggezza vi sarà sicuramente di grande aiuto.
Noi ci limitiamo a sintetizzare il suo consiglio: la vita è una sola e non serve a niente sprecare energie in pensieri negativi e paure illogiche che ci sottraggono felicità e creatività.