Il decesso di Augusta Turiaco, la professoressa morta nel marzo scorso, è avvenuto a causa della somministrazione del vaccino Astrazeneca.
A stabilirlo la relazione di tre periti, nominati dalla Procura di Messina che sta indagando sulla scomparsa della docente. Lo riporta il quotidiano Libero.
L’insegnante di musica di Messina era venuta a mancare per emorragia cerebrale provocata da una trombosi.
Secondo i periti “Il decesso della Turiaco è da porre in relazione causale con la somministrazione del vaccino AstraZeneca avvenuta in data 11 marzo 2021″.
Nella relazione si esclude “la sussistenza di eventuali ulteriori cause patogenetiche alternative (attesa l’assoluta negatività in tal senso delle indagini di laboratorio eseguite sul soggetto, con esclusione di eventuali disordini immunitari e/o infezioni)”.
Quindi secondo i periti la donna era in buona salute e la sua morte è avvenuta a causa degli eventi avversi successivi alla somministrazione del vaccino.
I periti hanno escluso profili di responsabilità colposa a carico dei sanitari. La stessa famiglia Turiaco aveva elogiato gli interventi del personale medico e infermieristico del Policlinico Universitario.
Augusta Turiaco, le parole della famiglia
I congiunti della vittima non hanno mai chiesto d’indagare sull’attività posta in essere dai reparti specialistici che hanno cercato di salvare Augusta Turiaco.
Infatti la denuncia della famiglia è stata presentata contro la società AstraZeneca. Nell’esposto si chiede l’avvio di indagini sulla produzione e commercializzazione del vaccino e sulla regolarità della sperimentazione.
“Augusta non può e non deve appartenere a quel numero, non più così esiguo, di soggetti morti per la somministrazione di un vaccino. Vaccino consigliato dalle autorità europee e italiane ma con effetti collaterali che potevano essere anche prevedibili. Soggetti che andavano avvisati e informati, che hanno nomi, volti e vite spezzate, sogni e progetti interrotti, e hanno lasciato i loro familiari nel più profondo dolore“. Si legge in una nota della famiglia Turiaco. Foto: Facebook