Ieri nel padovano uno scuolabus si è ribaltato su un fianco e l’autista ubriaco è fuggito senza prestare soccorso ai bambini feriti.
L’autobus trasportava una ventina di bambini delle scuole elementari e medie; si è ribaltato nell’affrontare un tornante ad Arquà Petrarca.
Nell’incidente alcuni bambini sono rimasti feriti e sicuramente tutti molto spaventati, ma l’autista, un romeno di 51 anni, si è dato alla fuga.
I carabinieri hanno rintracciato Deniss Panduru che alla loro vista ha tentato di nuovo la fuga, ma sono riusciti a bloccarlo e portarlo in caserma.
Dai racconti dei piccoli l’autobus sembrava impazzito e procedeva a zig zag lungo la discesa, tagliando le curve per poi finire ribaltato.
L’autista non ha risposto a nessuna domanda dei carabinieri, ma ha parlato per lui l’acoltest che lo ha inchiodato: guida in stato di ebrezza.
Le accuse non finiscono qui, infatti c’è anche: fuga in caso di incidente con danni alle persone e lesioni personali colpose plurime.
Per fortuna i ragazzi feriti, trasportati in ospedale, hanno riportato solo lievi traumi, solo per due di loro i medici hanno preferito una degenza sotto osservazione a scopo precauzionale.
Autista ubriaco, ma non era la prima volta
Deniss Panduru, l’autista ubriaco dello scuolabus, aveva un passato che non lo rendevano il miglior candidato per quel lavoro.
Infatti il romeno aveva precedenti per maltrattamenti e violenza sessuale in ambito familiare, lesioni personali e minacce dopo una lite in strada, ma soprattutto guida in stato di ebrezza con ritiro della patente.
Il governatore del Veneto Luca Zaia: «Bisogna chiarire bene a livello legislativo chi può prendere in mano il volante di un mezzo pubblico e chi no e chiedere a tutte le compagnie di trasporto un serio e approfondito screening sui dipendenti».
Deniss lavorava per una cooperativa da 40 giorni; purtroppo però non è obbligatorio chiedere al casellario giudiziario se sono presenti precedenti a carico dell’assunto.
Inoltre il ritiro della patente per guida in stato di ebrezza non impedisce di continuare ad esercitare la professione una volta terminata la sospensione.
È accaduto di nuovo, nonostante la circolare del viminale dopo i fatti avvenuti a Milano, dove l’autista ha messo in pericolo gli studenti dando fuoco allo scuolabus.
La legge dovrebbe essere più dura e dovrebbe dare modo di escludere persone con questi precedenti da lavori di trasporto pubblico e soprattutto a contatto con i bambini.