Arresto a sorpresa per Julian Assange, giornalista nonché cofondatore di WikiLeaks, che dal 2012 risiede presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra.
Nel 2010 Assange riceve l’accusa di reati sessuali dal tribunale di Stoccolma e viene arrestato in Gran Bretagna: resta in carcere per un breve periodo.
In seguito, a novembre 2011, l’Alta corte di Londra dà il via libera all’estradizione richiesta dalla Svezia, suscitando l’indignazione dei colleghi giornalisti.
A giugno 2012 la Corte Suprema britannica rigetta il ricorso contro l’estradizione presentata dai legali di Assange, il quale dovrebbe presentarsi davanti al giudice.
A quel punto Assange chiede asilo politico all’ambasciata londinese dell’Ecuador affermando di essere perseguitato per aver pubblicato documenti scottanti sul web.
Da lì non si muoverà più, passando il tempo rinchiuso nell’edificio: farà sapere, attraverso la madre, dei problemi di salute causati dalla sua condizione di perseguitato.
Dopo circa 7 anni, giovedì ha avuto corso un blitz autorizzato che ha permesso alla polizia di entrare nella sede diplomatica e prelevare il giornalista.
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Paolo Barnard svela l’accusa contro Assange
Ma qual è il motivo che ha permesso alle forze dell’ordine di infrangere le regole diplomatiche? Lo svela un noto giornalista italiano, sostenitore di Julian Assange.
Sul suo profilo Twitter, il giornalista Paolo Barnard mostra in un video il documento statunitense che ha permesso di arrestare Assange.
Barnard spiega nel dettaglio che il governo americano accusa il caporedattore di WikiLeaks di aver cercato di rubare dati da un computer militare segreto.
Gli Usa avevano già tentato di ottenere l’estradizione: infatti la vera motivazione pare essere quella di processare Assange per aver resi pubblici documenti sulle atrocità commesse.
Ora l’accusa, redatta dalla Corte distrettuale della Virginia dell’Est, è “Conspiracy to commit computer intrusion” (cospirazione per commettere un’intrusione dentro un computer).
Un post su Twitter del leader dell’opposizione laburista britannica, Jeremy Corbyn, conferma quanto affermato da Barnard e riaccende il dibattito.
Infatti, spiega che il fondatore di Wikileaks non possa essere consegnato a Washington per aver svelato “prove di atrocità” commesse dalle forze americane “in Iraq e in Afghanistan”.
Al momento Assange è accusato dal governo britannico di aver violato i termini della cauzione nel 2012 per non essersi presentato davanti al giudice: rischia fino a 12 mesi di reclusione. La vicenda susciterà ancora molto clamore.