Un bambino di dieci anni è stato trovato morto nel carrello di atterraggio di un Boeing 777. La compagnia Air France ha confermato con un messaggio.
La compagnia aerea Air France ha confermato il ritrovamento del corpo senza vita di un clandestino all’interno del carrello di atterraggio sul volo AF703, che collega Abidjan (Costa d’Avorio) a Parigi-Charles de Gaulle.
L’aereo, un Boeing 777, era decollato dalla Costa d’Avorio martedì sera ed è atterrato a Parigi poco dopo le cinque. Secondo quanto riportato dal sito Le parisien, il corpo della vittima, un bambino di appena dieci anni, è stato ritrovato alle 06:40.
La compagnia aerea ha scritto anche un secondo messaggio nel quale esprime “compassione” per quanto accaduto e comunica l’inizio delle indagini.
Un bambino nel carrello di atterraggio: e la sicurezza?
Sempre sul sito Le parisen, c’è scritto che una fonte di sicurezza ivoriana avrebbe evidenziato come “al di là della tragedia umana, l’accaduto indica una grave violazione della sicurezza all’aeroporto di Abidjan”.
La notizia è rimbalzata da qualche ora sulle diverse testate giornalistiche italiane, suscitando indignazione e rabbia tra i lettori. Diversi i commenti anche nel mondo politico.
“Un bimbo è morto, nascosto nel carrello di un aereo decollato dalla Costa d’Avorio e diretto a Parigi. Aveva 10 anni, e chissà quale sogno o quale gigantesca paura nel cuore”, ha scritto su Facebook il deputato Nicola Fratoianni.
“Un bimbo – continua il segretario di Sinistra Italiana – come tanti altri adolescenti che hanno provato lo stesso fatale viaggio in passato, come tanti altri morti sotto i tir o sui barconi”.
Una storia che per Fratoianni rappresenta uno “straordinario attaccamento al sogno di una vita migliore e più dignitosa, che porta anche a sfidare il destino” e che “dovrebbe interrogare il mondo intero e inquietare i sogni di chi lucra sulla pelle dei più deboli, degli sfruttati del mondo”.
Poi conclude: “Perché, non ci stancheremo mai di dirlo, morire solo per il bisogno di superare una frontiera è una ingiustizia che non possiamo tollerare”.