Bonus latte artificiale per le mamme che non riescono ad allattare. Il Movimento cinque stelle festeggia ma i pediatri avvertono: “Rischio di diminuire la diffusione dell’allattamento al seno”.
“Per noi la famiglia non è solo il luogo dove muove i primi passi una vita appena sbocciata, è anche il luogo dove giovani mamme e papà devono poter costruire con più fiducia il loro futuro, il nostro futuro”.
Sono le parole scritte dalla senatrice del Movimento cinque stelle, Paola Taverna, su un post Facebook nel quale annuncia l’approvazione in manovra del bonus da 400 euro l’anno per l’acquisto di latte artificiale.
“Una madre che non riesce ad allattare per reali condizioni patologiche il proprio figlio deve ricorrere al latte artificiale e affrontarne il salasso dei prezzi. Sarà mai possibile che, in un momento così delicato come quello dei primi mesi di vita del bambino, una madre debba anche soffrire un ingiusto peso economico?”
Per la Taverna si tratta di una situazione a cui bisogna porre rimedio. “È per questo che abbiamo approvato una misura in manovra grazie alla quale le neo-mamme finalmente potranno usufruire di un bonus di 400 euro l’anno per l’acquisto del latte artificiale”.
Poi elenca altri provvedimenti all’interno della legge di bilancio. C’è il bonus asili nido potenziato e il bonus bebè, ci sono le basi per l’assegno unico familiare e lo stanziamento di 2,5 miliardi per costruire nuovi asili.
L’emendamento porta la firma del senatore del Movimento cinque stelle Raffele Mautone. Una misura che prevede due milioni di euro per il 2020 e cinque per il 2021.
A stabilire i requisiti economici e le giuste cause che impedirebbero l’allattamento al seno sarà un decreto del ministero della Salute.
Bonus latte artificiale: ecco cosa ne pensano i pediatri
Ma non tutti pensano che questa misura sia giusta anzi, è proprio la categoria ad avere più voce in capitolo a nutrire forti dubbi: i pediatri.
Ecco le dichiarazioni del presidente dell’Acp (Associazione culturale pediatri), Federica Zanetto, riportate da Repubblica: “Il provvedimento innalza il rischio di diminuire la diffusione dell’allattamento al seno”.
E ancora: “Va contro le indicazioni di tutte le società scientifiche e dell’Oms, ed è in evidente contrasto con lo spirito del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno”.
Inoltre, secondo l’associazione, se davvero si vogliono sostenere le mamme e i loro bambini, si dovrebbero investire risorse per una maggiore tutela del diritto all’allattamento al seno delle donne che lavorano.