Il governo italiano, con l’aiuto di un comitato scientifico, ha disposto le nuove regole contro il coronavirus. Per un mese tutto il Paese dovrà applicare le misure finora riservate alle “zone rosse”. Ne ha parlato Borrelli a Canale 5.
Ecco alcuni dei punti decisi dal governo per fermare l’epidemia in corso: mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro, evitare di salutarsi con strette di mano, baci e abbracci, stop alle manifestazioni sportive, divieto di uscire per chi ha la febbre, starnuti e tosse nel fazzoletto.
Il provvedimento più importante riguarda gli anziani, che rappresentano la quasi totalità delle persone decedute a causa del coronavirus. Per loro c’è l’obbligo di restare a casa.
“Per evitare la diffusione del contagio è fondamentale adottare queste regole di prudenza. Sono regole minime che comportano qualche sacrificio ma ci consentiranno di arrestare la diffusione del virus”. È quanto ha dichiarato ai microfoni di Mattino Cinque Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione Civile.
Borrelli e le nuove regole contro il coronavirus
“In questa fase dobbiamo evitare di mandare in crisi le strutture ospedaliere e queste misure ci consentiranno di fronteggiare l’emergenza e rallentare la diffusione”.
Rispetto alla situazione nelle regioni più colpite dal virus, Borrelli ha parlato di un comitato tecnico-scientifico che sta analizzando i dati che arrivano giorno per giorno. Non esclude che si possano allargare alcune “zone rosse”.
“Non so quali saranno le decisioni prese dal governo sulla base delle valutazioni scientifiche. Noi ci stiamo preparando per gestire l’emergenza di tipo sanitario con il sistema di protezione civile. Si prevede l’intervento anche nelle regioni che potrebbero essere meno in sofferenza rispetto alla Lombardia”.
Per il capo della Protezione Civile “questa settimana ci darà delle risposte rispetto alle misure di contenimento che stiamo attuando”.
Sull’ipotesi di costruire nuove strutture in tempi record, così come hanno fatto in Cina, Borrelli sostiene che si tratti di condizioni estreme: “Giusto vagliare tutte le ipotesi ma prima bisogna considerare quelle più concrete come riattivare strutture che sono state chiuse e potenziare quelle esistenti”.
Qualora le cose dovessero peggiorare e si dovesse costruire una struttura da zero, il capo della Protezione Civile spiega che “i tempi non saranno sicuramente quelli della Cina (una settimana). Ci vorranno sicuramente più giorni ma impiegheremo il minor tempo possibile per corrispondere alle esigenze”. Foto: Mattino Cinque