L’affermazione di Mario Sergio Cortella, educatore brasiliano, ti farà riflettere soprattutto se hai sempre la casa ordinata
Mario Sergio Cortella è un famoso scrittore, educatore e professore universitario brasiliano. È noto soprattutto nel suo paese poiché viene spesso invitato a parlare in televisione per questioni sociali legate alla filosofia nella società contemporanea.
Sono diversi i suoi libri che trattano il tema dell’educazione e nel 2017, è stato uno dei dieci finalisti per il Premio Darcy Ribeiro per l’istruzione .
Ha fatto molto discutere una sua affermazione circa l’abitudine comune a tenere la propria abitazione sempre “perfetta”: «Una casa ordinata è una casa triste». Ma in che senso “triste”? Vediamolo insieme.
Avere sempre una casa ordinata: una vetrina virtuale
Quello che il noto filosofo vuole dire, è che vi è una comune tendenza sociale che consiste nel cercare ad ogni costo di mostrare tutto sempre “perfettamente in ordine”.
Un’ossessione causata in parte anche dall’uso sempre più frequente dei social network: una vetrina virtuale in cui vogliamo mostrare una vita impeccabile ed invidiabile.
Moltissimi di noi vivono una sorta di “realtà parallela” in cui tutto è bello e perfetto. Ovviamente però si tratta di un’illusione.
Ed ecco quindi che cerchiamo di avere sempre la casa ordinata e pulita, sempre pronta per essere uno sfondo perfetto ai nostri selfie.
Tavolo sempre pulito ed abbellito dal centrotavola, cucina pulita ed ordinata, salotto impeccabile e divano coi cuscini in ordine, letto perennemente rifatto e senza una piega.
Ogni minimo particolare è studiato per dare un’immagine di bellezza ed ordine. Ma questa perfezione è falsità; un’illusione.
Non è così la vita reale. La vita è imperfetta, è piena di problemi da risolvere, di caos e di imperfezioni. Ognuno di noi vive momenti difficili e qualche volta lascia i piatti sporchi nel lavandino rimandando le pulizie al giorno dopo.
Nessuno ha sempre il letto perfettamente rifatto ed il tappeto senza una briciola. Ogni piccolo segno di “disordine” è in realtà qualcosa di bello; è la dimostrazione che in quella casa c’è vita.
Un bicchiere lasciato sul tavolo, le pantofole vicino al divano, le lenzuola ancora sfatte, sono tutte cose che testimoniano che qualcuno abita in quella casa.
Il disordine fa parte di noi
Cortella sottolinea che «il disordine fa parte della vita». L’ossessione maniacale che molti hanno di nascondere queste tracce di “caos”, equivale a voler nascondere la realtà.
Pulire ed ordinare continuamente il luogo in cui viviamo è sintomo di una società che non accetta i difetti, e che tenta ossessivamente di nasconderli, negando così la bellezza dell’imperfezione.
Il professore conclude sottolineando che la vita è bella proprio perché non è perfetta. Ogni casa che mostra i segni di chi vi abita, è una casa capace di scaldare il cuore e farci felici proprio perché testimonia il fatto che è abitata.