La sede nazionale di Casapound si trova a Roma, in Via Napoleone III. E in molti, da sinistra, ne chiedono da tempo e a gran voce lo sgombero
Sgombero che a quanto pare, almeno quanto all’inizio delle procedure formali, sembra essersi fatto nelle ultime ore più vicino.
Questo, infatti, è quanto dichiarato dal sindaco della Capitale Virginia Raggi in un tweet pubblicato nel pomeriggio del 19 luglio e riportato, tra gli altri, da Huffington Post:
“Finalmente l’agenzia del Demanio ha avviato l’iter per lo sgombero di Casapound. Bene. Questa situazione non è più tollerabile. Basta privilegi sulle spalle dei cittadini“.
Casapound e le occupazioni a scopo abitativo
Lo stabile di Via Napoleone III, che si vorrebbe sgomberare, è stato occupato il 26 dicembre del 2003, per essere adibito a Occupazione a Scopo Abitativo e divenire “un tetto stabile per molte famiglie in emergenza abitativa – si legge sul sito di Casapound – nonché il cuore pulsante della Roma che non si arrende al conformismo politico e culturale“.
Circa sedici anni dopo, il Demanio ha avviato la procedura per lo sgombero. Prima con una denuncia presentata alla Procura il 21 marzo scorso e poi, recentemente, con la produzione di ulteriori documenti necessari all’inizio dell’iter.
Tra essi il recupero degli importi dovuti (un danno a carico dei funzionari del Demanio e del Miur rimasti inattivi che la Corte dei Conti ha quantificato in 4,6 milioni di euro) e il documento che dimostra l’occupazione arbitraria dell’immobile.
“La notizia – riferisce il Corriere della Sera – arriva dopo l’adozione, da parte del Prefetto di Roma, del programma degli sgomberi per le occupazioni nella Capitale. La priorità sarà data a 23 edifici, nei quali operano diversi centri sociali, ma per il momento è stata esclusa Casapound“.
Secondo quanto dichiarato dal prefetto Gerarda Pantalone – si legge su Rai News – a Roma “il fenomeno delle occupazioni arbitrarie di immobili è particolarmente diffuso“, con 11.000 persone che occupano in totale 82 stabili.
I primi – uno in via Caravaggio e uno in via Tempesta – “saranno sgomberati entro il 31 marzo 2020. Da lì in poi si procederà invece agli interventi sui restanti 23 palazzi e strutture occupate illegalmente in tutta la città.
Il programma degli sgomberi prenderà il via la primavera ma, per rendere compatibile l’esecuzione con le capacità assistenziali del Comune, sarà diluito in un arco temporale pluriennale, con una media – conclude il prefetto – di quattro interventi l’anno“.