Caserta – Salvatore Consolazio era un trentanovenne di Casagiove, città in provincia di Caserta, dove gestiva un autolavaggio.
È l’undici aprile, Salvatore non si sente bene, gli gira la testa e ha forti dolori allo stomaco. Decide di andare in ospedale dove viene ricoverato in attesa delle cure: morirà 36 ore dopo.
Giunto infatti l’11 aprile all’ospedale San Sebastiano di Caserta è deceduto il 13. Secondo la versione dei familiari, i medici non avrebbero prestato le giuste attenzioni al paziente.
Per questo motivo la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha disposto il sequestro della cartella clinica e l’autopsia sul corpo del 39enne. Cinque i medici indagati. Ora si dovranno fare tutti gli accertamenti del caso per stabilire le cause del decesso.
Salvatore Consolazio: un caso di malasanità?
Purtroppo, di notizie come queste ne leggiamo in continuazione. Accettare la morte di un proprio caro è sempre difficile figurarsi quando si muore per un mal di pancia.
Giudicare l’operato dei medici sarebbe azzardato e siamo convinti che abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo ma, certo, le cronache degli ultimi anni non aiutano.
Ci auguriamo per gli indagati che non sia questo il caso ma non possiamo fare a meno di comprendere la disperazione di quei familiari che hanno dovuto subire “passivamente” la morte del giovane Salvatore, nonostante il ricovero in ospedale.
Sono tanti i fatti di cronaca in cui si sente parlare di “errori medici”. Secondo quanto riportato da un articolo de La Repubblica del 2006, gli errori medici provocano più vittime degli incidenti stradali.
In Italia le cifre degli errori commessi dai medici o causati dalla cattiva organizzazione dei servizi sanitari sono tra 14 mila (secondo l’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri) e i 50 mila decessi all’anno, secondo Assinform.
Dati che spaventano e che legittimamente fanno pensare che anche questa triste vicenda possa rientrare in uno dei tanti casi di malasanità.