Marco Vannini ancora non ha ricevuto la giustizia che si merita a quanto pare: una nuova testimonianza aggiunge una persona al registro degli indagati.
L’intera famiglia Ciontoli è già stata condannata in secondo grado per omicidio colposo: il padre a 5 anni, invece moglie e figli sono stati condannati a 3 anni.
Dopo le dichiarazioni fatte alla trasmissione Le Iene da Davide Vannicola, un commerciante soprannominato “il pioniere”, la magistratura ha riaperto il fascicolo.
Nel registro degli indagati della procura di Civitavecchia è finito il luogotenente Roberto Izzo per favoreggiamento e falsa testimonianza.
Omicidio Vannini: indagato un carabiniere
La decisione è stata presa dopo le dichiarazioni di Vannicola nelle quali parlava della confessione che avrebbe fatto Izzo dopo l’uccisione di Marco Vannini.
Secondo la ricostruzione de “il pioniere”, la sera dell’omicidio Antonio Ciontoli avrebbe chiamato Izzo per confessare l’accaduto ancor prima di chiamare i soccorsi.
Nella telefonata avrebbe confessato che a sparare non sarebbe stato lui, ma il figlio Federico Ciontoli. Le parole precise che Izzo avrebbe riferito a Vannicola in gran segreto sarebbero:
«Ti ricordi di Ciontoli? La sera stessa che Marco Vannini è morto, Ciontoli mi chiamò: “Robe’, c’è mio genero nella vasca da bagno con un colpo di pistola, mi devi aiutare”».
Nella conversazione il luogotenente Izzo avrebbe fatto intendere a Vannicola che a sparare il colpo sarebbe stato il figlio di Ciontoli, Federico: «io ho consigliato ad Antonio Ciontoli di prendersi la colpa lui invece del figlio».
Izzo ha sempre negato ogni accusa dichiarando di aver ricevuto una telefonata da Ciontoli in caserma che gli chiedeva di andare al Pronto Soccorso di Ladispoli, ma una volta lì il militare si sarebbe comportato secondo la procedura.
Valerio e Marina, i genitori di Marco, chiedono a gran voce che venga fatta luce sulla morte del figlio, vogliono «verità e giustizia».
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