Marco Viviani de Le Iene, in un servizio andato in onda ieri sera, è tornato su un argomento che aveva già trattato qualche anno fa: il cellulare causa il cancro?
Era maggio 2013 quando Le Iene si occuparono di una possibile correlazione tra l’uso del cellulare e l’insorgenza di tumori.
La ricerca in questo settore è andata molto avanti negli ultimi anni e Marco Viviani è tornato quindi all’Istituto Ramazzini.
È conclusa l’importante sperimentazione svolta dall’Istituto sull’impatto delle radiofrequenze, come quelle emesse dai cellulari, su animali da laboratorio.
Nel 2013 Morando Soffritti, ai tempi direttore scientifico, aveva dichiarato: «Auspico che il risultato sia negativo perché altrimenti, se mai fosse positivo, le preoccupazioni sarebbero molte».
I risultati di questa sperimentazione decennale sono arrivati: «Le evidenze che abbiamo raccolto ci dicono che esiste un pericolo», spiega Fiorella Belpoggi, attuale direttore scientifico dell’Istituto Ramazzini.
«Il telefono è un oggetto che potrebbe avere degli effetti molto importanti anche sulla salute umana», continua la dottoressa Belpoggi.
Nessuno vuole creare allarmismo, anche perché è la stessa comunità scientifica la prima ad andare coi piedi di piombo sull’argomento.
Cellulare e cancro: i risultati della sperimentazione e altri studi
«Nelle radiofrequenze ho visto un pericolo di livello medio basso. Nei ratti non esposti a radiazioni di tumori delle cellule nervose ne ho visti zero. Invece in quelli trattati con un picco di esposizione in cui possiamo trovarci normalmente noi il numero di tumori è stato dell’1,4%. Tumori rari», spiega la dottoressa Belpoggi.
«Lei capisce che l’1,4% su sette miliardi di persone sulla faccia delle Terra sono milioni di persone che potrebbero avere la probabilità di ammalarsi di tumori del sistema nervoso. Sono tante», continua il direttore scientifico dell’Istituto.
«Nel cervello danno origine a un tumore che si chiama glioma e può essere benigno o maligno, invece sono pochissimi i tumori maligni del cuore registrati negli ultimi 10 anni. Io in letteratura ne ho trovati 13 al mondo», afferma la dottoressa.
«Lei capisce che io li ho visti questi tumori. Chi mi farà mai dire che non li ho visti», supponendo che forse non si indaga abbastanza quando una persona muore per un blocco cardiaco.
La stessa ricerca portata avanti dall’Istituto Ramazzini è stata svolta anche dal NTP che ha ottenuto gli stessi identici risultati. «Io non posso pensare che sia un caso, non mi convinceranno mai», conclude Belpoggi.
Molti personaggi di spicco tra cui Anthony Miller, un luminare dell’oncologia e consulente dell’OMS, e Devra Davis, epidemiologa di fama mondiale, credono fermamente che le radiofrequenze siano cancerogene per l’uomo.
«Nove cellulari su dieci falliscono il test degli attuali standard di sicurezza europei», spiega la dottoressa Davis in una sua conferenza.
Come dimostrato nello scandalo PhoneGate. Il dottore francese Marc Arazi ha scoperto che i test svolti da alcuni produttori per certificare i limiti delle emissioni di onde elettromagnetiche, sono obsoleti e poco realistici perché misurati lontano dal corpo.
Le regole d’oro per usare lo smartphone
La più importante di tutti è quella di evitare di tenere il cellulare attaccato all’orecchio durante una chiamata: sempre meglio usare il vivavoce o le cuffie auricolari.
Non tenere il cellulare vicino al cuore o alle parti intime: quindi evitare le tasche davanti dei pantaloni o di tenerlo vicino al seno per le donne.
Importante non dormire col cellulare sotto al cuscino e se proprio dovete lasciarlo acceso durante la notte tenetelo a una distanza di almeno un metro.
Non telefonare nei mezzi in movimento (come auto o treno) perché le radiofrequenze rimangono intrappolate a causa dell’effetto gabbia di Faraday.
Ricordare sempre che il telefono emette radiazioni anche se non è in chiamata. Evitare quindi di darlo ai bambini e se proprio non potete farne a meno mettere la modalità aereo.