Rei di aver “offeso i costumi islamici”, ad Arak, Iran, una giovane coppia è finita in carcere perché il ragazzo ha osato chiedere la mano alla sua amata pubblicamente in un centro commerciale.
In rete gira anche un video in cui si vedono gli istanti prima dell’arresto: due giovani felici, un abbraccio, una folla festante, coriandoli.
“Indecente!” tuona Mostafa Nrouzi, viceresponsabile della polizia di Arak “inaccettabile assumere questi atteggiamenti comuni altrove nel mondo, disprezzando la nostra cultura, la nostra religione e i nostri costumi”.
Per fortuna la vicenda si è conclusa velocemente in quanto i giovani sono stati rilasciati su cauzione ma il caso ha inasprito il dibattito sulla negazione dei diritti umani in Iran.
“Chiedere la mano pubblicamente non è il solo assurdo reato”
È molto recente infatti anche la notizia della condanna a 148 frustate e ben 38 anni di prigione dell’avvocato e attivista pluripremiata Nasrin Sotoudeh.
L’avvocato è incriminata di avere diffuso informazioni contro lo Stato, spionaggio e insulti contro la guida suprema Ali Khamenei. Accuse che lei ha sempre ricusato.
La notizia ha scioccato attivisti e ONG di tutto il mondo poiché la Sotoudeh è famosa per aver lottato contro la pena di morte e contro l’imposizione del velo alle donne.
Il regime islamico di Khamenei, incurante dei più elementari diritti, continua quindi nel tentativo di imporre severe condotte religiose a tutta la popolazione iraniana.
Non solo: gli ayatollah, gli esponenti più alti del clero sciita, sempre più spesso puniscono chiunque osi dissentire dalle regole inflessibili della sharia, la legge comportamentale islamica.
Non per nulla l’Iran è uno dei Paesi con il più alto numero di esecuzioni capitali all’anno insieme alla Cina. Si stima una ogni 25 minuti.
Tra i reati capitali troviamo: offese all’Islam, alla repubblica islamica e alle autorità religiose, vilipendio del profeta Maometto, omosessualità, rapporti prematrimoniali, adulterio, traffico di stupefacenti e alcolici.
Per ora è difficile pensare ad una rivoluzione perché purtroppo vige un sistema che anche nella sua componente più democratica non lascia spazio a chi lo contesta o a chi vorrebbe semplicemente più democrazia, più libertà, più diritti umani.
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