Sono centinaia quelli che hanno scelto di salire sul trattore per difendere i propri confini: è la rivolta dei contadini greci contro il ricatto di Erdoğan.
La situazione in Grecia peggiora ora dopo ora. Ad aiutare la polizia contro quella che i Greci considerano una vera e propria invasione, ci sono centinaia di contadini con i loro trattori e tanto di bandiera nazionale in vista.
Sono gli agricoltori della prefettura di Evros, al confine con la Turchia, che da ieri notte sono in marcia per difendere i confini della Grecia.
Secondo diverse fonti sarebbero circa tremila le persone “accompagnate” dal governo turco al confine con la Grecia. Un ricatto, quello di Recep Tayyip Erdoğan, che dura da quando fu siglato l’accordo per la riammissione dei migranti con la Commissione europea nel 2016.
I contadini greci e la risposta dell’Ue
Grazie a questo accordo la Turchia ha ottenuto diversi miliardi da parte dell’Ue con l’obiettivo di tenere al proprio interno milioni di profughi siriani. Secondo Erdoğan, Bruxelles non avrebbe rispettato i patti fino in fondo.
Ma la situazione che sta vivendo il presidente turco è molto più complessa di quanto possa apparire. Sul piano internazionale sta fronteggiando una battaglia importante contro il regime di Damasco in Siria e non sarà certamente ricattando l’Europa che potrà ricevere aiuti.
Come se non bastasse, a creare ulteriori problemi ci sono i rapporti con la Russia di Putin, alleato storico di Bashar al-Assad e con il quale dovrà incontrarsi in un vertice il 5 marzo.
E l’Europa? Come si pone di fronte a questa emergenza? La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e i presidenti del Consiglio e del Parlamento europeo, Charle Michel e David Sassoli, hanno raggiunto il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, per provare a trovare una soluzione.
“È importante per me essere qui oggi con voi e dirvi che le preoccupazioni greche sono le nostre preoccupazioni. Questa frontiera non è solo greca, è la frontiera europea”, ha dichiarato la presidente von der Leyen.
Saranno stanziati 700 milioni di euro e verrà attivato il Meccanismo Ue di protezione civile per fornire materiale medico, tende e coperte.
Per Sassoli abbiamo bisogno di una svolta: “Occorre rafforzare una politica comune per l’immigrazione europea. Deve essere l’Europa a condividere il peso dell’immigrazione”.
Fino a quando il popolo geco sarà disposto ad accogliere? Dalle immagini che arrivano da Evros, il tempo sembra già scaduto.