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Coronavirus al Nord: siamo sicuri di aver capito cosa fare?

Chi si trova nella zona arancione, da questa domenica fino al 3 aprile, dovrà sottostare a delle misure restrittive per l’emergenza coronavirus al Nord. Spieghiamole meglio.

Da domenica 8 marzo fino al 3 aprile in tutta la Lombardia e in altre quattordici province italiane è stato applicato un decreto di emergenza che implica diverse limitazioni, più restrittive rispetto al resto d’Italia.

Il governo ha tenuto a specificare che non si tratta di un’estensione della zona rossa, limitata alle province lombarde e venete che hanno visto i primi contagi, dove i divieti erano assoluti.

Questa nuova ampia area inserita nel decreto è stata denominata zona arancione ma ancora oggi molte persone non hanno chiaro cosa è possibile fare o non fare.

Coronavirus al Nord: limitazioni poco chiare della zona arancione

Mentre alcune misure adottate dal decreto sono ben chiare, come la chiusura delle scuole, la sospensione delle manifestazioni o la chiusura di luoghi di ritrovo come cinema, musei e palestre, su altre ci sono molti dubbi e lacune.

Uscire all’aria aperta. La quarantena in casa è obbligatoria solo in caso di positività al covid-19 o in presenza di sintomi quali: febbre superiore ai 37,5 °C e infezioni respiratorie. Coloro che sono in salute possono uscire, anche a fare sport, rispettando la distanza di sicurezza di un metro per evitare la diffusione del coronavirus al Nord.

Spostamenti. Entrare e uscire dalle aree della zona arancione, o anche solo spostarsi all’interno tra le provincie, è consentito soltanto per esigenze lavorative o di necessità (come fare la spesa o acquisto di farmaci) da attestare mediante compilazione di autodichiarazione fornita dalle forze dell’ordine. Per quanto riguarda le esigenze sanitarie, sarà possibile spostarsi solo se muniti di certificato medico.

Per i quasi 70mila frontalieri che lavorano in Svizzera non c’è nessuna particolare restrizione, sarà sufficiente indicare l’azienda per la quale si lavora.

Ristoranti, bar e centri commerciali. Tra le misure restrittive per evitare la diffusione del coronavirus al Nord  troviamo il coprifuoco alle 18 per bar e ristoranti. Sarà possibile frequentarli solo se le condizioni dei locali possono garantire la distanza di un metro tra i clienti. In caso contrario saranno chiuse le attività. I centri commerciali invece non saranno aperti il fine settimana.

Matrimoni e funerali. Chiese aperte ma ogni celebrazione è sospesa. Le confessioni andranno fatte a distanza di sicurezza. Per quanto riguarda i matrimoni possono essere svolti solo civilmente alla presenza di un funzionario e dei testimoni, senza invitati. I funerali invece prevedono solo una preghiera al cimitero per i defunti.

Rischi e sanzioni

Sia ai caselli autostradali che nelle strade principali saranno presenti controlli effettuali dalla polizia stradale che acquisirà le autodichiarazioni che giustificano lo spostamento.

Anche nelle stazioni ferroviarie e negli aeroporti saranno effettueranno controlli analoghi e saranno muniti di termoscan per valutare lo stato di salute dei viaggiatori.

I prefetti sono le figure incaricate di monitorare l’attuazione delle misure previste dal decreto. Chi non le rispetta va in contro al rischio di un ammenda fino a 206 euro e nei peggiori dei casi l’arresto fino a tre mesi.

Pene più severe sono previste per chi è risultato positivo al test del coronavirus e non rispetta la quarantena. L’accusa in quel caso sarebbe il reato di delitto colposo contro la salute pubblica. Foto: YouTube