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Covid, ormai è religione di Stato: professore del liceo accusato di eresia

Il covid 19 è ormai religione di stato. E se provi a dire il contrario sei un eretico come Giordano Bruno.

Il professor Matteo Cesaroni insegna Matematica e Fisica al liceo classico Vittorio Emanuele II di Jesi (Ancona).

Alcuni giorni fa il professore è stato accusato di “negazionismo” dai propri allievi perché ha inviato un messaggio WhatsApp ai suoi studenti in cui metteva in discussione l’emergenza sanitaria del Covid 19 asserendo che: “Tutti i tamponi non servono ad altro che destabilizzare e far credere che ci sia una pandemia, quando il tampone neanche distingue il tipo di virus Sars da un altro”.

Diversi quotidiani locali hanno riportato la notizia del Prof. accusato di “negazionismo” in prima pagina e a titoli cubitali nelle locandine antistanti le edicole.

Da un punto di vista giuridico sociale, la questione è di estrema gravità, perché se gli organi di informazione denunciano l’oltraggiosità del “negazionismo” riguardo il coronavirus, significa che la società in cui viviamo sta diventando una società integralista, devota al dogma del coronavirus, del quale non si può nemmeno parlare, perché è diventato un culto, una religione di stato e come tale non può essere messa in discussione da nessuno.

Questa nuova religione di stato, in otto mesi ha rivoluzionato la nostra società: le libertà fondamentali tutelate dalla nostra Costituzione sono state sospese, da quella di libera circolazione (Art. 16 Cost.) a quella di assemblea (Art.17).

Sembrava che quella di libera espressione prevista dall’art. 21 della Costituzione fosse stata risparmiata, invece dopo i fatti di Jesi sembra che anche la libertà di parola sia stata soppressa.

Religione di Stato: cosa dicono il CDC e l’EDC

Dopo l’episodio di Jesi, è diventato evidente che sull’esistenza del coronavirus non è possibile esprimere opinioni che differiscano da quella “ufficiale” del governo, secondo cui il virus esiste è reale e costituisce una seria minaccia per la salute pubblica.

Quindi il professor Cesaroni non può esprimere un’opinione personale che metta in discussione l’esistenza del virus, perché dal virus dipende il Grande Reset, il piano che il World Economic Forum ha in serbo per noi.

Perciò il virus esiste, deve esistere, perché lo dice la nuova religione di Davos. È così e basta. Ma è davvero così?

Questo è ciò che ha dichiarato il CDC (Centers for Disease Control and Prevention), l’agenzia governativa USA che si occupa di sanità pubblica, sull’isolamento del Covid 19 in data 13 Luglio 2020:

“Since no quantified virus isolates of the 2019-nCoV are currently available…” (Centers for Disease Control and Prevention, Division of Viral Diseases. Titolo del documento: CDC 2019-Novel Coronavirus (2019-nCoV) Real-Time RT-PCR Diagnostic Panel, 13/07/2020, p.39).

E questo invece è quanto dichiarato dall’EDC (European Centre for Disease Prevention and Control) presso la Commissione Europea sul Covid 19 il 16 aprile 2020:

“Since no virus isolates with a quantified amount of the SARS-CoV-2 are currently available…” (European Commission, Working Document of Commission Services, Current performance of COVID-19 test methods and devices and proposed performance criteria, April 16 2020, p.19).

La traduzione della prima dichiarazione, quella del CDC è la seguente: “Dato che non è disponibile nessun isolato quantificato del virus 2019-nCoV…”

Mentre quella dell’ EDC è: “Poiché non è disponibile nessun isolato del virus con una quantità data del SARS-Cov2…”.

Virus mai isolato

In pratica da queste due dichiarazioni delle due principali istituzioni sanitarie deputate allo studio e al monitoraggio del Covid 19, rispettivamente per il Governo USA e per la Commissione Europea, si evince chiaramente che né in Europa né negli USA il virus del Covid 19 è mai stato isolato.

“Isolato” significa separato dal materiale inutile contenuto nel campione analizzato, come le cellule del paziente o eventuali batteri.

Ma in entrambe queste dichiarazioni l’elemento più importante non è l’attestazione che il virus non sia ancora stato isolato ma è l’aggettivo che lo segue, cioè “quantificato”.

Non è necessario avere una laurea in biologia per comprendere che se un virus non è stato quantificato, significa che non si conosce nemmeno la percentuale che quantifica il virus rispetto al resto del materiale analizzato.

Se né i laboratori europei né quelli americani sono in grado di sapere in che percentuale il virus è presente nei campioni analizzati, significa che gli esaminatori del CDC e dell’EDC non sono stati  in grado di distinguerlo dal resto del materiale analizzato e quindi di identificarlo.

Perciò dalle dichiarazioni delle due principali istituzioni sanitarie del mondo occidentale che monitorano il Covid 19, sulla base delle cui indicazioni ci stanno tenendo chiusi in casa da 8 mesi possiamo concludere che il Covid 19 non è mai stato isolato e nemmeno identificato.

Tuttavia, nonostante questa situazione di ignoranza dichiarata e certificata, il governo italiano ha imposto nientemeno che un coprifuoco nazionale, lockdown localizzati, chiusura di bar e ristoranti e restrizioni alla nostra libertà di movimento e di assemblea.

Falsi positivi

Sarebbe perciò interessante sapere su cosa si basano i test di questo fantomatico non identificato virus e come fanno le autorità sanitarie ad affermare che un soggetto è stato contagiato se il virus non è stato nemmeno identificato.Tantomeno si capisce come facciano i contagi a salire e scendere visto che il virus è ancora ufficialmente sconosciuto.

In questa intervista rilasciata a SKY News il 23 Settembre 2020, il ministro degli esteri inglese Dominic Raab afferma che la sfida con il test del covid è “l’alto numero di falsi positivi” perché afferma che “soltanto il 7% dei test riesce ad identificare il virus”. Di conseguenza, da quanto afferma il ministro inglese il 93% dei test fornisce dei falsi positivi al virus.

La stessa cosa l’aveva già detta il primo Ministro Boris Johnson alla BBC il 4 Settembre 2020: “if you gonna have some test unfortunately it only works in 7% of the cases 93% of the time you can have a false sense of security”.

Alla luce di quanto dichiarato dal ministro degli esteri inglese e dal primo ministro Boris Johnson, le parole del Prof. Cesaroni secondo cui “i tamponi non servono ad altro che destabilizzare e far credere che ci sia una pandemia, quando il tampone neanche distingue il tipo di virus Sars da un altro” sono non soltanto sensate ma perfettamente rispondenti alla realtà dei fatti.

Religione di Stato e dogmi

In conclusione, dai dati scientifici ufficiali e dalle dichiarazioni fin qui esaminate è ormai palese che tutta questa storia sembrerebbe avere delle lacune sostanziali alla base e per questo motivo vorremmo che la Presidenza del Consiglio rispondesse alle seguenti domande:

1) Per quale motivo è stato dichiarato lo stato d’emergenza?
2) Per quale motivo è stato imposto il coprifuoco?
3) Per quale motivo c’è il divieto di assembramento?
4) Per quale motivo la nostra libertà di movimento è stata limitata?
5) Per quale motivo sussiste l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto?

E il professore Matteo Cesaroni che insegna Matematica e Fisica al liceo classico Vittorio Emanuele II di Jesi che come Giordano Bruno è stato accusato di eresia dai quotidiani locali, sulla base di quanto dichiarato dal CDC Americano e dall’EDC presso la Commissione Europea dovrebbe intraprendere un’azione legale contro chi lo ha esposto al pubblico ludibrio come eretico.

Non solo perché è stato accusato senza giustificato motivo di “negazionismo” ma perché quanto da lui dichiarato corrisponde alla realtà dei fatti, dichiarata ufficialmente dalle più importanti istituzioni sanitarie preposte al controllo del virus.

In ogni caso, anche se il Professore avesse espresso un’opinione mirata a negare una qualsiasi “realtà oggettiva” ad esempio se avesse dichiarato che la terra è piatta e non sferica, questa sua opinione dovrebbe essere comunque tutelata dall’articolo 21 della Costituzione, secondo cui “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Invece sembra che anche la libertà di espressione, che finora sembrava non essere stata intaccata da questa “emergenza” deve essere rivista e limitata, alla luce della nuova religione di stato, perché non si può negare che questo virus esiste anche se non è stato ancora identificato.