Sul vaccino anti covid Andrea Crisanti non indietreggia: “Lo farò soltanto quando ci saranno i dati scientifici”.
Il virologo Andrea Crisanti è stato al centro di un dibattito per alcune sue esternazioni che hanno sollevato diverse critiche.
Intervistato a Sky Tg24 il professore ha voluto ribadire la sua posizione: “Non dubito che tutto quanto verrà fatto con la buona fede e con rigore. Sta di fatto che il difetto è nella procedura affrettata”.
Il medico ha ricordato l’episodio del Remdesivir. “È stato approvato ed è un farmaco con importanti effetti colleterali. Adesso si scopre che non va bene e tutta la procedura di approvazione è in revisione”.
Andrea Crisanti: “Il vaccino non è un oggetto sacro”
Crisanti ha spiegato che le procedure accelerate hanno intrinsecamente dei rischi: “Lo dicono tutti e solo questo, che è un Paese provinciale, scatena un putiferio contro chi chiede trasparenza”.
Quando la giornalista gli ha fatto notare di essere stato l’unico a pronunciarsi in tal senso, il virologo ha risposto che in Italia ci sono poche persone che pensano in maniera indipendente e che non hanno “debiti di silenzio”.
“Chiedo la massima trasparenza e non credo che il vaccino sia un oggetto sacro, tutto qui”. La giornalista di Sky ha insistito chiedendo al professore se farà il vaccino a gennaio. “Sulla base delle conoscenze che abbiamo oggi non me lo faccio” ha risposto il virologo.
La conduttrice ha citato Nicola Magrini, il direttore dell’AIFA, secondo il quale Crisanti avrebbe dovuto scusarsi per le sue affermazioni. Ma il professore non ci pensa proprio: “Sono loro che dovrebbero chiedere scusa, perché hanno approvato il Gilead in modo frettoloso“.
Ci è mancato poco che la giornalista desse del “complottista” al suo ospite. “Quindi ci sarebbe sostanzialmente un complotto, no? Com’è possibile che nessuno di questi [dell’AIFA] ha alzato il ditino per dire: «Scusate signori, quello che sappiamo non è sufficiente»?”
“Non è una questione di complotto ma di trasparenza – ha risposto Crisanti – se si vuole generare fiducia bisogna essere trasparenti”.
La posizione sull’obbligatorietà
Crisanti ha espresso anche un parere sulla possibilità o meno di rendere obbligatorio il vaccino anti covid. “Non esiste da nessuna parte che un vaccino che passi per un processo accelerato diventi obbligatorio. Ci si assumerebbe delle responsabilità gigantesche”.
Verso la fine dell’intervista ha ricordato di aver sintetizzato il suo pensiero in una lettera pubblicata sul Corriere della Sera.
“Il vaccino me lo faccio quando ci saranno tutti i criteri di trasparenza e condivisione dei dati. Se alcuni dicono che il vaccino funzionerà, io sono contentissimo. Però condividano i dati sui quali basano questa convinzione”.
Il virologo ha sottolineato che in tutto il mondo si pongono il problema sulla sicurezza e l’efficacia di questi vaccini. “Non capisco perché serenamente non ce lo possiamo porre noi qui in Italia”.
La giornalista ha replicato sostenendo che, se in America dovesse arrivare l’okay della Food and Drug Administration, sarebbero già pronti a somministrare il vaccino anti covid.
Lapidario Crisanti: “Si, ma medici e infermieri hanno detto che non lo daranno, a meno che i dati non vengano resi pubblici”. Foto: Sky