Daniela Martani è convinta di essere stata licenziata da Radio Kiss Kiss per le sue posizioni sulla pandemia. Abbiamo intervistato l’influencer controcorrente.
Qual è la tua posizione rispetto alla “pandemia”?
Credo che il coronavirus sia un virus influenzale che ha avuto una virulenza più forte rispetto ad altri. Non avendo più la carica virale che aveva prima, trovo questo terrorismo mediatico, questo continuo snocciolamento di numeri e di positivi asintomatici, inopportuno.
Si tratta di dati tendenziosi che spaventano la popolazione. C’è una grandissima limitazione della libertà mentre in altri Paesi tutto questo non esiste, come in Svezia.
Trovo che sia tutto molto esagerato, al punto tale da farmi pensare a un complotto mondiale. Si tratta di un virus influenzale che ha fatto più o meno gli stessi morti che fa ogni anno, non mi sembra che muoiano persone per strada a fiotti.
Cos’è successo con Radio Kiss Kiss?
Il contratto mi è scaduto il 31 luglio, come ogni anno, e non mi è stato rinnovato per le mie posizioni sul covid. Soprattutto dopo quanto accaduto questa estate, per la mia posizione di non voler mettere la mascherina nei luoghi dove non è obbligatorio metterla.
Il direttore ha deciso di non rinnovarmi il contratto e nessuno dei miei colleghi sapeva niente, tant’è che mi avevano taggato nelle foto avvisando il pubblico che sarebbe ricominciato il programma anche con me.
Daniela Martani: “Una cosa molto vigliacca”
Nel momento in cui ho reso noto al direttore che avrei reso pubblica la notizia della motivazione, lui ha risposto che avrebbe invece detto che mi era semplicemente scaduto il contratto e che non aveva intenzione di confermare le motivazioni.
L’ho trovata una cosa molto vigliacca, perché nel momento in cui decidi di prendere posizione riguardo un determinato argomento, poi te ne devi assumere le responsabilità come faccio io.
Hanno fatto anche parlare una persona che non c’entrava niente e che io neanche conosco, facendolo apparire come il direttore di Radio KissKiss e invece non lo era. Il direttore di RKK è Antonio Irace e non Davide De Maggio.
Hanno preferito rimanere sulla linea del non schieramento, vedremo se riuscirò a trovare una radio più libera che mi darà la possibilità di potermi esprimere liberamente.
“Ecco perché ho scelto di manifestare”
Ho visto che hai condiviso la manifestazione di Berlino e partecipato a quella che si è svolta a Roma il 5 settembre. Perché hai deciso di partecipare?
Per difendere i miei diritti costituzionali calpestati da questo governo attraverso svariati DPCM e per manifestare contro le menzogne che ci stanno raccontando ormai da mesi.
Ma anche per chiedere che il governo smetta di terrorizzare il Paese utilizzando questo virus. Migliaia di attività stanno chiudendo e molte persone, tanti sono miei amici, preferiscono non uscire perché non vogliono indossare la mascherina.
Lo stesso vale per me che non metterò mai più piede in un cinema, se sono obbligata a starci con la mascherina. Ma davvero vogliamo combattere uno dei tanti virus di cui siamo circondati rendendo asettico un pianeta?
Dovrebbero piuttosto dare messaggi incoraggianti e di convivenza con il virus. I morti ci saranno sempre.
Ci sono persone che muoiono anche per quelle che possono sembrare delle banali influenze. Quindi o accettiamo questa cosa o diventerà un inferno.
Daniela Martani e il politically correct
Dopo l’episodio con Radio Kiss Kiss hai ricevuto solidarietà da qualche collega che fa parte del mondo dello spettacolo?
Ho ricevuto poca solidarietà dal mondo della spettacolo tranne che da Radio Radio, una radio libera che si occupa di trattare questi temi tentando di dare un’informazione corretta. In compenso ne ho ricevuta molta dalle persone comuni.
A proposito di VIP: qualcuno, come Enrico Montesano, ha deciso di schierarsi mentre la maggior parte non si pronuncia. Conosci altri che la pensano come te ma evitano di esporsi per non subire conseguenze sul lavoro?
C’è molta paura su questo tema. Tutti hanno paura di perdere il lavoro e cercano di essere politically correct, di seguire le regole anche se le considerano assurde. Difficilmente si schierano. In privato magari sì ma non in pubblico.
Conosco molte persone che lavorano nello spettacolo che mi hanno detto di non potersi esporre perché significherebbe non lavorare più. Anche una persona che lavorava con me a Radio KissKiss mi ha detto che molte cose non gli risultavano chiare però, per non perdere il lavoro, molti stanno zitti. Questa si chiama dittatura non si chiama democrazia. Foto: YouTube