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De Donno a Le Iene: brutta figura per il ministro Speranza e Burioni – Video

In una delle ultime puntate de Le Iene, il dottor De Donno torna a parlare del plasma iperimmune.

L’inviato de Le Iene Alessandro Politi, in uno dei suoi ultimi servizi, ha posto delle domande a cui avrebbe voluto che rispondesse il ministro Speranza, senza successo. Una riguardava proprio la terapia al plasma.

Il Ministero della Salute ha ufficialmente dato il via a una sperimentazione nazionale sul plasma iperimmune e ha messo a capo l’ospedale di Pisa.

L’ospedale Carlo Poma di Mantova è stato completamente estromesso da questa sperimentazione, nonostante da mesi lavorasse sulla terapia. Nello specifico consiste nell’uso del plasma di persone guarite dal Covid-19 che, ricco di anticorpi, aiuta chi è malato a combattere il virus e guarire.

Come ha dichiarato il dottor De Donno, direttore della Terapia intensiva respiratoria dell’ospedale di Mantova, il protocollo è stato un successo, «preso come esempio da molti stati europei e americani».

La cosa curiosa è che né il ministro Speranza, né l’ISS hanno mai contattato il medico di Mantova: «Completamente ignorato».

«Il Governo e il Ministero avevano questa grandissima opportunità: gridare al mondo che il primo studio del plasma convalescente era stato fatto in Italia. Dietro di noi sono partiti centinaia di studi controllati ma la paternità del primo studio, certificata da una registrazione importante, è di Mantova e Pavia».

Riguardo alla scelta di Pisa per la nuova sperimentazione, De Donno ha detto: «Non ci sono motivi scientifici in merito. Io credo che i motivi siano da ricercare in altro ambito. Pisa in questo momento ha arruolato due pazienti, o forse tre, che, rispetto alla casistica che abbiamo noi, sono assolutamente insoddisfacenti».

De Donno sotto attacco: gli scienziati si scatenano in TV

Mentre il resto del mondo ha elogiato la terapia del plasma convalescente, in Italia il ministro Speranza e le istituzioni non si fanno vivi. Inoltre molti esperti, specialmente in televisione, hanno delegittimato la sperimentazione del medico di Mantova.

Ricciardi sostiene che «è promettente ma serve tempo per valutarla», mentre Burioni, in prima serata, ha affermato che «questi plasmi non sono un farmaco ideale, sono difficili e costosissimi da preparare».

Ma c’è una parte della scienza che non è d’accordo con questi esperti, come la dottoressa Giustina De Silvestro, direttore dell’Unità Operativa Immunotrasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Padova.

«Tutti i servizi trasfusionali sono attrezzati per la raccolta del plasma perché è un’attività che facciamo quotidianamente. Quindi siamo molto tranquilli nella nostra routine».

De Donno ha aggiunto: «Il plasma convalescente è stato acclarato anche dagli studi di Padova e della Mayo Clinic del professor Santin e non costa nulla».

«Su un paziente convalescente chi è che ci guadagna? Noi siamo un ente pubblico non dobbiamo far mercato. Il donatore ci dona il suo plasma gratuitamente, noi dobbiamo metterci la sacca di vinile, il procedimento di sterilizzazione o di analisi virale o di biologia molecolare che facciamo anche per le altre donazioni. Il costo è quello: 80 euro a sacca».

In questo periodo nei vari ospedali hanno testato diversi farmaci contro la Covid-19. Il dottor De Donno ha affermato: «In questo Paese si sono utilizzati due pesi e due misure. Contro il plasma si è scagliata una parte della comunità scientifica in modo quasi violento. Altri farmaci li abbiamo usati quasi in silenzio, anche laddove erano presenti gravissimi effetti collaterali».

Il peso e la responsabilità delle parole degli esperti

La polemica nata su una notizia che avrebbe dovuto solo portare un po’ di conforto in questo periodo è incomprensibile per De Donno: «C’era la chiara volontà di chiudere il plasma in cantina».

L’infettivologo Pierluigi Viale è uno di quelli che ha avanzato non pochi dubbi sostenendo addirittura che anche il plasma abbia effetti collaterali.

Ma De Donno ha risposto: «Il rischi infettivo è di 1 a 20.000.000, cioè praticamente inesistente. Dovranno assumersi le loro responsabilità perché i politici prendono delle decisioni in base a quello che dicono questi scienziati».

«Se io dico una cosa del genere e poi avviene l’esatto contrario non è che io posso continuare a parlare in libertà. Posso essere lo scienziato più bravo del mondo ma quello che ho detto è un gravissimo errore».

Ma qual è il peso delle parole di questi esperti sull’opinione pubblica? Il medico di Mantova ha risposto: «Ha un effetto negativo. In primo luogo i pazienti guariti non verranno a donare e i pazienti a tutt’oggi malati non avranno la possibilità di riceverlo. È una cosa gravissima».

«Abbiamo avuto scienziati che hanno detto che per ammalarci di coronavirus dovevamo andare a Wuhan, che in Italia questa pandemia non sarebbe mai arrivata. Sarebbe bello in Italia che tutti gli scienziati che si esprimono in televisione si assumessero le responsabilità di quello che dicono». Foto: Le iene

https://www.facebook.com/leiene/videos/248347339706970/