Deborah Sciacquatori, dopo aver accoltellato il padre a morte meno di 72 ore fa, è libera. La procura racconta come si è svolta la vicenda.
Deborah, apparentemente una normalissima ragazza di 19 anni. Frequenta la quinta classe in un liceo artistico della sua città ed è piena di vita e sogni.
Quasi nessuno sa, neanche i suoi amici, la portata del dramma che affronta ogni giorno quando varca la soglia di casa per tornare dalla sua famiglia.
Come capita spesso, la realtà non è quella che appare e una bel sorriso può celare ferite interiori che sanguinano ogni giorno.
Questa era la vita di Deborah, studentessa brillante, appassionata di sport, apparentemente felice e sorridente quando era fuori casa, una volta entrata nella sua abitazione iniziava il dramma.
Il padre, Lorenzo, disoccupato, con precedenti penali e problemi di alcol, 41 anni, viveva insieme alla famiglia in una casa popolare di Monterotondo.
Era solito tornare a casa la notte completamente ubriaco, con il passo incerto e la pancia gonfia di alcol. I vicini, omertosi, sapevano tutto ma non parlavano.
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Deborah, le ultime parole al padre: “Ti voglio bene, non lasciarmi”
Quella casa nascondeva un incubo a occhi aperti che aveva colpito la quotidianità di 3 donne: Deborah, sua madre e la nonna.
Domenica notte il dramma: l’uomo torna a casa completamente ubriaco e si scaglia contro la moglie picchiandola selvaggiamente.
Poi si rivolge contro la madre, inferma e cieca. In quel momento interviene la figlia, Deborah, che riesce a portare le altre due donne fuori casa, ma il padre le insegue.
Afferra la madre e tenta di strangolarla. Un gesto avvenuto centinaia di volte, questa è stata l’ultima. La classica goccia che fa traboccare il vaso.
La ragazza si era portata da casa un coltello, per difendersi, con quello ha prima intimato di fermarsi al padre e poi lo ha colpito, provocandone la morte.
Lo ha implorato, ha pregato perché lui si fermasse, perché le lasciasse stare. Ma lui in un estremo gesto si è scagliato contro la figlia con tutta l’aggressività che aveva in corpo.
La scena era straziante, Deborah che sorreggeva il padre pieno di sangue e gli urlava di non lasciarlo, piangendo gli diceva che gli voleva bene, i soccorsi sono stati vani.
La procura non ha avuto dubbi, dopo aver messo la ragazza 48 ore agli arresti domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa ha deciso di scarcerarla e chiudere il caso.
Le parole del procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto son state toccanti, l’uomo ha deciso di liberare subito la ragazza perché “ha già vissuto troppi giorni di prigione nella sua vita, ora merita solo la libertà”.
Il pensiero è rivolto verso questa ragazza che ha vissuto l’inferno e, per salvarsi, si è macchiata di un terribile delitto. Ora merita solo la pace.