In queste ultime ore soffia un vento di guerra tra Iran e Stati Uniti. Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump twitta che va tutto bene ma dopo l’attacco da parte dell’Iran, l’Ayatollah ha commentato: “Non è ancora abbastanza”.
Dopo l’attacco da parte dell’Iran in risposta all’uccisione del generale Qasem Soleimani, la situazione internazionale sembra peggiorare di ora in ora. “È accaduto quello che temevamo”, ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
“L’Iran ha risposto al raid Usa lanciando decine di missili contro le basi militari di Ayn al-Asad e di Erbil in Iraq. Entrambe ospitano personale della coalizione internazionale anti-Isis, di cui fa parte anche l’Italia”.
Fortunatamente i nostri militari erano ben protetti e non ci sono state vittime. “Seguiamo con particolare preoccupazione gli ultimi sviluppi e condanniamo l’attacco da parte di Teheran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato”.
Vento di guerra, Di Maio: “Moderazione e responsabilità”
“In queste ore difficili – continua il ministro – esprimo a nome del governo anche tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio. Purtroppo è la storia che si ripete”.
Di Maio cerca di mediare e, considerando l’alleanza con gli Stati Uniti e il numero di basi Nato presenti sul nostro territorio, è certamente la via più giusta da perseguire.
“Invitiamo entrambe le parti alla moderazione e alla responsabilità. La regione vive una instabilità da decenni, una nuova guerra spingerà la proliferazione di cellule terroristiche e di nuovi flussi migratori. Non è più accettabile tutto questo. Si apprenda dagli errori del passato e si torni al dialogo”.
Dopo il vertice di ieri a Bruxelles e la visita in Turchia, oggi il ministro è in viaggio verso Il Cairo, “per discutere ancora di Libia e della situazione in corso”. Questa sera sarà ad Algeri.
Per Di Maio “l’Ue non può restare immobile […], non può mostrarsi divisa ma deve parlare con una sola voce. E a proposito di quanto riportato da alcuni organi di stampa, in sede europea non si è mai parlato di riattivare Sophia, al contrario”.
“Pensiamo invece – conclude il ministro – che servano misure serie per attivare e soprattutto far rispettare un embargo complessivo via terra, via aerea e via mare nel Mediterraneo. Bisogna smetterla di vendere armi, bisogna fermare ogni interferenza esterna in Libia”.