Come posso educare senza urlare o ricattare un bambino? Il segreto sta nell’organizzazione dei genitori, nelle regole e nell’importanza di saper dire anche “no” ai figli.
Lorella Boccalini, collaboratrice del Centro Psicopedagogico di Piacenza, ha trattato in una conferenza un tema che molti genitori hanno a cuore, ovvero le regole e i “no” importanti per l’educazione dei figli.
Stabilire delle regole, dei confini, dei limiti è un passo necessario e fondamentale per l’educazione e la crescita del bambino. Lo rendono libero di muoversi in un contesto adatto alla sua età.
Abbiamo già parlato dell’importanza di come scegliere una regola ma altrettanto importante è saper anche saper dire “no” ai figli quando serve.
Molti genitori bloccano il meccanismo del no per timore di ferire il figlio o dare l’impressione di non essere disponibile o per paura del conflitto.
Ma in realtà sono strettamente necessari per fare esperienza di separazione che segnerà la fine dell’infanzia e l’inizio della preadolescenza.
Nella prima infanzia dobbiamo incominciare a inserire il no del divieto per aiutarli a costruire una segnaletica di base, mentre nella seconda infanzia dovremmo introdurre il no del limite per arginarli.
Invece, nella preadolescenza, servirà il no della regola per consegnargli una bussola per orientarsi e nell’adolescenza sarà il nodella resistenza ad aiutarli a scegliere tra le tante possibilità e a scoprire e a portare avanti il proprio progetto.
Scegliere le regole e dire no ai figli in base ai bisogni
C’è molta confusione su come inserire una regola e soprattutto su quando farlo. Sicuramente non è educativo e costruttivo mettere solo divieti perché il bambino così non riesce ad arrivare all’autonomia.
Ogni fascia di età ha dei bisogni su cui dobbiamo concentrarci. Vediamo qualche suggerimento su come orientarci:
– Neonati: non dobbiamo dare regole. In questa fase deve esserci una risposta ai bisogni, accudimento e stimoli controllati.
– Primo anno: è il momento della devozione, la mamma deve essere sufficientemente disponibile, continua la risposta ai bisogni.
– Secondo e terzo anno: possiamo cominciare a introdurre i divieti. Inizia il processo che conduce all’acquisizione di una progressiva autonomia. Ancora non vanno date regole ma informazioni “non mettere le dita nella presa”, “non salire sul tavolo”.
– Quarto e quinto anno: è una fase in cui possiamo introdurre dei limiti. Acquisiscono maggior autonomia e possono svolgere piccoli compiti da soli, come apparecchiare. Hanno il pensiero magico che gli consente di credere che anche l’impossibile sia possibile, concetto importante per l’adulto di domani. Comincia anche a presentarsi il pudore e l’interesse per gli amici.
– Seconda infanzia (6-10 anni): possiamo introdurre regole chiare, lasciamo al bambino spazio di autonomia (vestirsi da solo, fare i compiti, preparare lo zaino) ed evitiamo sgridate e discussioni.
– Preadolescenza: le regole devono continuare a esistere ma dovrete cominciare a negoziarle con loro perché servono a modulare l’allontanamento dai genitori.