A Quarta Repubblica è stata intervistata una professoressa discriminata perché non si può vaccinare.
“Ho fatto il primo vaccino con Astrazeneca prima che lo sospendessero – ha raccontato – poi ho avuto delle problematiche e ho dovuto fare diversi accertamenti con visite e analisi. Veramente un calvario”.
Quando la docente si è recata in farmacia per farsi un tampone ha scoperto di avere diritto all’esenzione. Si è quindi recata all’hub vaccinale con tutte le cartelle cliniche e il medico vaccinatore le ha confermato che aveva diritto all’esenzione.
“Ho continuato ad andare a scuola e, da 10 giorni, mi è stato consegnato un regolamento (diciamo così) per le persone esentate o differite. La mia vita lavorativa è diventata un incubo”.
Professoressa discriminata perché non si può vaccinare
La professoressa ha spiegato di non poter mangiare a scuola e di non poter stare dove qualcuno mangia o beve.
“Mi è stato tassativamente vietato di parlare don chiunque all’interno della scuola e devo stazionare per forza alla cattedra. Insegnando disegno, non potendo utilizzare la lavagna e non potendo vedere se i ragazzi applicano in modo corretto la metodologia, la mia materia viene a mancare”.
Poi ha spiegato le cose più gravi che le sono accadute. “Non mi è stato dato un posto dove stare all’interno della scuola quindi, avendo durante l’orario alcune ore a disposizione, se non ho supplenza devo stare fuori nel parcheggio della scuola”.
Ma non solo, alla docente è stato anche chiesto di igienizzare qualsiasi cosa lei tocchi, compreso il bagno dopo averlo usato.
“Nonostante la normativa non lo preveda, continuo a fare il tampone ogni 24h” ha detto la professoressa.
“Quindi, fino a prova contraria, io sono sana. Se devo stare in classe con una barriera di plexiglass, una visiera di plexiglass, la mascherina FFP2 e in più devo igienizzare le cose dopo averle usate, la mia impressione è che stiano tutelando gli altri da me”. Foto: Facebook