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DL Scuola: (d)istruzione totale e favori alle lobby del web

Sindacati e insegnanti sul piede di guerra dopo l’approvazione del DL Scuola, che non risolve a loro avviso le criticità della mondo scolastico.

Nessun aggiornamento delle graduatorie di istituto per quest’anno, cosa che ha scatenato il malcontento dei precari. Il Ministro si è scusato, ma non basta.

Molti docenti precari lamentano il fatto di non avere gli strumenti necessari per la didattica a distanza, ossia connessione efficiente e supporti digitali.

Inoltre non possono accedere al bonus di 500€ che spetta ai colleghi di ruolo, perciò devono farsi carico delle spese per poter fare lezione online.

Ecco cosa contesta la CGIL riguardo al DL Scuola

CGIL Scuola ha inviato una nota informativa in data 8 aprile, per rimarcare che non sono stati né consultati né ascoltati nonostante l’emergenza.

Ancora una volta la Ministra dell’Istruzione ha scelto la strada del non confronto, assumendo unilateralmente decisioni che riguardano milioni di studenti, di famiglie e di lavoratori”.

Quel che risulta preoccupante è il vuoto sulla questione che appare centrale: come garantire una piena ripresa dell’attività didattica al primo settembre 2020“.

Fortemente criticato il mancato aggiornamento delle graduatorie, favorendo il fenomeno delle “messe a disposizione” (MAD) che non aiuterà la ripresa delle lezioni.

Non c’è un rafforzamento o un ampliamento degli organici, nonostante la Ministra si sia dimostrata preoccupata, nelle sue uscite pubbliche, del problema delle classi pollaio”.

E sulla didattica a distanza commentano: “Si prefiggono carichi di lavoro inediti per 800 mila docenti, stress enorme per le famiglie, impossibilità di raggiungere la totalità degli studenti“.

La scuola ha bisogno di un cambio di passo e non di ordinarie misure di funzionamento destinate a mancare gli obiettivi di rilancio che la crisi epidemiologica oggi impone più che mai“.

La nota si conclude chiedendo alla politica di aprire un’altra strada, quella del confronto e della condivisione in questo momento critico.

Il durissimo comunicato di Unicobas: “Questo decreto è un diktat sovietico sulla didattica a distanza”

Anche UniCobas interviene duramente con un comunicato che evidenzia quali provvedimenti siano a loro avviso inaccettabili.

Innanzitutto definiscono la didattica a distanza come “(anti)pedagogia di Stato“, oltre che un favore per le lobbies del web.

“Con questo decreto si pretende di sospendere tutte le norme contrattualmente vigenti, a cominciare dal mansionario dei docenti, che non prevede né l’obbligo del ricorso alla didattica a distanza, né quello di prestazioni correlate in regime di sospensione delle attività didattiche”.

“Scorrendo il testo il diktat sovietico sulla didattica a distanza appare chiarissimo. All’art 3, comma 2, della bozza, si legge infatti che ‘il personale docente assicura comunque le prestazioni didattiche nella modalità a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione”.

Secondo il sindacato di Stefano D’Errico il decreto è “palesemente illegittimo“, per questo invita il Presidente della Repubblica a non firmarlo.

In caso contrario avvisa che “sarà scontro duro, contenzioso capillare, disobbedienza civile e obiezione di coscienza”. Foto: YouTube