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Emilia Clementi: «2 mesi a cantare l’inno, w l’Italia e ora siamo nella mer*»

La protagonista del video è la siciliana Emilia Clementi, un personaggio già noto sui social, coniatrice dell’espressione “Fitusi politici”.

Non è un’artigiana qualunque e non è la prima volta che protesta contro il Governo ma il suo messaggio è indubbiamente condivisibile da tanti imprenditori.

Spesso si è resa protagonista di varie proteste contro il governo davanti a Montecitorio, ottenendo milioni di visualizzazioni.

Una settimana fa ha postato un nuovo video che ha raggiunto un milione e mezzo di utenti. Non sono mancate le critiche e le accuse di aver pubblicato il filmato solo per avere visibilità. Purtroppo, in questo periodo, molti italiani si trovano in situazioni simili e condividono giustamente le sue riflessioni.

Emilia Clementi: «Viviamo in dittatura»

La signora Clementi racconta di aver ricevuto un sollecito di una bolletta: «Non lavorando da marzo, e probabilmente fino a giugno, non capisco perché l’Enel mi manda il sollecito».

«Non mi sono arrivati i 600 euro, non mi date la possibilità di aprire la mia attività con le dovute misure di sicurezza. Noi stiamo vivendo nella dittatura assoluta», continua l’artigiana.

«Questa è la seconda fase, in tutti gli altri paesi europei hanno gradualmente riaperto. Non capisco perché il TG continui a dire che a maggio ci arriveranno le 800 euro. Come fanno ad arrivarci questi soldi se non ci sono arrivati i 600 euro? Siete tutti dei bugiardi, noi del popolo vi dovremmo querelare tutti, anche chi dà queste notizie false».

Poi ha spiegato che la sua attività ha solo cinque anni e senza aiuti dallo Stato non sa come pagare le bollette: «Voglio sapere da quel bugiardo di Conte com’è possibile che tutti gli altri aprono e noi artigiani, parrucchieri, estetisti, no. I bar che devono portare il caffè a domicilio, ma siamo nelle pazzia più totale».

«Io rimango qui con la mia sedia e sto ferma a protestare. Voglio aprire questo negozio e non ammazzarmi. Perché voi a me state dicendo questo: “devi morire a casa, non devi uscire, devi stare senza soldi“, questo è quello che ci dice il governo italiano. Che lo sappiano anche gli altri paesi europei», ha insistito.

«Non sono l’unica. Io e i miei colleghi siamo in mezzo alla me*da, dobbiamo chiudere. Come faccio a giugno ad aprire che mi tagliano la luce?», ha continuato Emilia Clementi.

Nessun aiuto, solo disperazione

Poi ha parlato dei famosi prestiti da 25mila euro alle aziende: «Come lo pago l’affitto se in banca, con il fatturato del 2018 e 2019, a una forfettaria minima danno 2000 euro? Vergognosi, dove sono questi prestiti a fondo perduto?»

L’artigiana continua a urlare: «Mi devi spiegare chi te le scrive le autocertificazioni, chi te li scrive questi ca**o di decreti. Sono inca**ata, non è più possibile vivere in questa dittatura. Fammi aprire».

«Mi avete rubato la mia attività, mi avete rubato tutto, mi avete reclusa a casa. In silenzio sono stata rispettosa due mesi a impastare pane, a stare a casa. Due mesi. A gridare “Evviva l’inno di Mameli, fratelli d’Italia, viva la famiglia, viva gli infermieri, viva i dottori“. E poi che ca**o faccio io? Devo chiudere!»

«Sono una professionista destinata a chiudere — ha concluso in lacrime indicando gli attestai nel negozio — guarda cosa ho fatto nella mia vita, ho studiato per fare questo. Guarda il mio negozio destinato a chiudere. Vergogna».

https://www.facebook.com/EmiliaClementiUfficiale/videos/717060215706753/