Joaquín Guzmán, meglio conosciuto come El Chapo (il Corto), è stato condannato in Usa, ritenuto colpevole di 10 capi d’accusa.
El Chapo è un criminale e signore della droga messicano. La rivista Forbes lo inserì al quarantunesimo posto tra le persone più ricche del mondo.
Il suo patrimonio prima della condanna ammontava intorno ai 14 miliardi di dollari, capitale che andrà quasi interamente perso dopo la sentenza di ieri.
Guzmán, temutissimo dalle autorità statunitensi per le sue numerose evasioni dalle carceri, era tenuto in isolamento in una cella ultra sicura a Manhattan.
El Chapo condannato all’ergastolo
Il processo di Joaquín Guzmán detto El Chapo, che è stato a capo del Cartello di Sinaola per 25 anni, è giunto al termine.
La pena inflitta dalle autorità al narcotrafficante messicano è l’ergastolo, più ulteriori 30 anni di prigione e un risarcimento di 12,6 miliardi di dollari.
Tra i capi d’accusa imputati al criminale c’erano: traffico di droga, omicidi, traffico di armi da fuoco, riciclaggio di denaro sporco e associazione a delinquere nell’ambito della criminalità organizzata.
La pena dovrebbe essere scontata nel carcere di massima sicurezza Supermax di Florence in Colorado, dove sono detenuti i criminali più pericolosi d’America.
Prima della sentenza El Chapo è intervenuto così: “Dato che il governo degli Stati Uniti mi sta per mandare in una prigione dove il mio nome non sarà mai più sentito, colgo questa occasione per dire che non c’è giustizia qui“.
Guzmán rivolgendosi ai giudici ha detto: “La mia detenzione è una tortura psicologica, emotiva e mentale 24 ore al giorno“.
Con questa dichiarazione ha dato continuità alle proteste di qualche tempo prima sulle condizioni di detenzione quando era nel penitenziario-fortezza di Manhattan.
L’avvocato del narcotrafficante accusa i giurati di aver violato la regola che impedisce la lettura di notizie e di essere stati influenzati, per questo motivo ha richiesto un nuovo processo.