Una reazione avversa al vaccino esavalente e l’inizio della malattia. La testimonianza di una mamma giunta in redazione.
“Grazie a Dio adesso sta meglio ma abbiamo paura che possa stare male di nuovo”. Sono le parole di Carolina Donea, una madre che ha contattato la nostra redazione per raccontare la sua drammatica esperienza dopo aver fatto fare il vaccino esavalente alla figlia di 5 mesi.
“Il 17 giugno siamo andati a fare l’esavalente alla nostra bambina e dopo tre giorni ha avuto un’esplosione di petecchie su tutto il corpo”.
Carolina ci ha raccontato di aver portato subito la figlia dalla pediatra. Questa li aveva rassicurati dicendo che poteva trattarsi di un’allergia al cibo o al tessuto di un abitino che aveva indossato.
“Non ci siamo fidati – ci ha continuato a raccontare – e siamo andati di corsa al Pronto Soccorso. Dovevano fargli le analisi ed è stato terribile. Per trovare la vena a una bambina così piccola le hanno causato diversi ematomi”.
Dopo aver fatto diverse analisi e l’emocromo, gli è stata diagnosticata la piastrinopenia di tipo immune. Si tratta di malattia caratterizzata dalla drastica riduzione del numero di piastrine circolanti a causa della loro distruzione e della soppressione della produzione.
“Ho spiegato ai medici che aveva fatto l’esavalente e che temevo fosse una reazione avversa. Mi hanno risposto che di solito non avviene al primo vaccino e che, quindi, escludevano questa ipotesi”.
Ricordiamo al lettore che le cause che scatenano questo processo e danno origine alla piastrinopenia autoimmune sono al momento sconosciute.
Il ritorno della malattia dopo il ricovero
“La mia bambina è stata ricoverata all’Ospedale San Martino di Belluno e dimessa dopo quattro giorni”. Il giorno delle dimissioni i genitori sono stati informati che sarebbero dovuti tornare qualche giorni dopo per un nuovo esame emocromocitometrico.
“Siamo tornati in Ospedale per il nuovo esame e i valori erano buoni. Eravamo felici per la nostra bambina ma dopo appena 4 giorno le petecchie sono ricomparse in maggiore quantità rispetto alla prima volta. Un incubo, aveva macchie di sangue anche sulla lingua”.
Questa volta il ricovero dura una settimana e, dopo le dimissioni, vengono mandati a Padova in un centro specializzato.
“Arrivati a Padova e dopo aver fatto un nuovo emocromo, la dottoressa ci ha detto di non preoccuparci perché la bambina aveva risposto bene al primo trattamento e dunque la patologia non era in uno stato grave”.
Una reazione avversa al vaccino esavalente
Quando Carolina ha raccontato dell’esavalente anche alla dottoressa di Padova, questa le ha consigliato di posticipare il secondo vaccino, almeno per il momento.
Gli è stato anche detto di tenere sotto osservazione la bambina perché, qualora dovesse ripresentarsi il problema a un anno d’età, dovranno fare un trattamento più forte.
“Non auguro a nessun genitore di vivere un’esperienza simile – ha continuato Carolina – mia figlia stava bene e dopo l’esavalente eccoci qui, a pregare che vada tutto per il meglio”.
I medici di Belluno hanno escluso che si possa trattare di una reazione avversa ma una dottoressa, che Carolina dice di aver incontrato nei corridoi dell’ospedale, le ha detto che, anche se la causa fosse stata il vaccino, non glielo avrebbero mai detto.
Il dubbio l’ha portata a rivolgersi ad altri medici che le hanno confermato che si è trattato di una reazione avversa al vaccino.
“Mi hanno detto che per loro era chiaramente una reazione avversa all’esavalente e, sinceramente, adesso non ho alcuna intenzione di continuare a vaccinare mia figlia”.
La signora Donea non ha segnalato la reazione avversa ma è intenzionata a farlo. Avrebbe anche voluto portare la pediatra in tribunale ma ha semplicemente smesso di andarci.
“Vi ho contattati perché questa mia testimonianza possa servire a qualche altra madre che vive o ha vissuto la mia stessa esperienza”.