Decine di bambini vittime di abusi sessuali con la complicità delle autorità di Berlino. É quanto emerso in questi giorni da uno studio sull’esperimento Kentler dell’Università di Hildesheim in Germania.
Tra il 1969 e il 2003, per oltre 30 anni, diversi bambini senza fissa dimora tra i 6 e 14 anni furono intenzionalmente affidati a uomini pedofili.
Ad affidarli ai loro aguzzini con l’aiuto delle autorità ci pensò il professore universitario Helmut Kentler, che in quel tempo lavorava al Centro di Ricerca Educativa di Berlino.
Il professore di psicologia era convinto che il sesso tra adulti e bambini non costituisse nessun problema anzi, che i bambini avessero il “diritto di esprimere la propria sessualità”.
Esperimento Kentler: nessuna condanna
Lo scandalo emerse già nel 2016 quando alcune vittime ormai adulte denunciarono l’orrore che avevano vissuto.
Quello che invece è emerso di recente, grazie allo studio dell’Università di Hildesheim, è che le autorità di Berlino Ovest erano implicate nella vicenda.
«Gli uffici di Berlino per la Salute dei Minori e il Senato di Berlino – si legge su La Nuova Bussola Quotidiana – hanno, non solo negato l’evidenza delle violenze, ma addirittura approvato i “tirocini” e gli “affidamenti”».
Il professor Kentler era considerato uno dei più grandi esperti della sessualità e, con il silenzio assenso delle autorità, avviò un vero e proprio esperimento.
Per quell’orrore non fu mai condannato, né lui né gli orchi che abusarono dei bambini. “I crimini sono stati prescritti e la maggior parte delle persone coinvolte sono morte” riporta Il Giornale.
Il motivo per cui questa vicenda non fece rumore è che la maggior parte delle persone coinvolte erano molto in vista nella Germania di quei tempi.
La cosa assurda è che non solo alcuni di questi pedofili erano già stati condannati per abusi sessuali ma ricevevano anche le indennità statali.
Un sistema perfettamente organizzato e che ha visto la complicità tra professionisti e autorità: una vergogna durata trent’anni e che ha fatto centinaia di vittime. Foto da copertina libro rielaborata da Oltre.