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Calcolato il reale valore dell’Euro: ecco quante £ abbiamo perso in 17 anni

Fino a ieri dire che l’Euro è un disastro, era considerato, specialmente dagli europeisti, becera demagogia sovranista e nazionalista. La “notizia” invece giunge nientepopodimeno che da Berlino.

Neanche uno Stato dell’Eurozona ha beneficiato dell’introduzione dell’euro. Il bilancio tra guadagno e perdita è in rosso per tutti. Tutti tranne che per la Germania.

A riferirlo è uno studio del Centro per la Politica Europea di Friburgo in Brisgovia, realizzato per il 20°anniversario dell’introduzione dell’euro, istituito il 01/01/1999.

Da allora, la moneta unica ha permesso ad ogni tedesco di aumentare il proprio reddito di ben 23.000 €. Su scala nazionale, la crescita è stata di 1.900.000.000 €

L’Euro è un disastro: i più colpiti sono Portogallo, Francia e Italia

I cittadini di questi tre paesi hanno visto i loro redditi ridursi rispettivamente di 40.000, 56.000 e 74.000 € da quando è stata introdotta la moneta unica.

Ma secondo i dati è l’Italia la nazione ad aver subito le conseguenze peggiori dell’euro. Ogni italiano ha perso l’equivalente di 150.000.000 di lire dal 1999 ad oggi.

Invece su scala nazionale, si stima che la Francia in termini di “perdita di ricchezza” a causa dell’euro, abbia visto andar via ben 3.600.000.000 €.

Ma la perdita del Bel Paese, ammonta addirittura a 4.300.000.000 €. Ciò vuol dire che l’Italia come nazione ha perso quasi 10.000 miliardi di lire.

Infine facendo un paragone tra i più grandi Stati membri, le perdite totali di reddito, pari a 8.600.000.000 €, hanno decisamente superato i guadagni, che si attestano a 2.200.000.000 €.

Quindi alla luce di questi dati oggettivi, pare che affermare che l’euro è stato e continua ad essere una disgrazia continentale, più che “populista” è vero.

Sarebbe curioso sentire come reagiranno gli ultrà dell’Unione Europea e della sua moneta unica portatrice di sciagure economiche, coi loro mantra “senza l’euro saremmo persi”.

E soprattutto se questo studio giungerà sui tavoli dei leader dei Paesi candidati membri come un monito dantesco “lasciate ogni speranza, o voi che entrate”.