Il presentatore di Che fuori tempo che fa, Fabio Fazio, dovrà rinunciare alle ultime 3 puntate in scaletta. Ad avvisare il pubblico in studio e i telespettatori a casa, lo stesso Fazio prima dell’inizio della puntata di ieri sera.
“Domani sarà l’ultima puntata del lunedì sera, ci è stato comunicato che le ultime tre non andranno in onda”. Ha detto il presentatore che poi ha ringraziato coloro che hanno seguito il programma.
Dopo il presunto cambio di marcia nella dirigenza Rai, qualcuno potrebbe pensare a una mossa politica: niente di tutto questo.
Il 20 maggio andrà in onda Porta a Porta e il 27 ci sarà invece un appuntamento per l’analisi del voto alle Europee. Del resto, se fosse una mera questione politica avrebbe avuto più senso chiudere il programma molto tempo prima del voto.
Fabio Fazio e Matteo Salvini
Quando parlo di “questione politica” il riferimento è anche alle polemiche tra il Ministro Matteo Salvini e il presentatore di Che fuori tempo che fa.
Durante la convetion della Lega nel Lazio, il leader del carroccio aveva puntato il dito sullo stipendio del conduttore, promettendo che non sarebbe andato in trasmissione per rispetto agli italiani.
“Le regole della par condicio prevedono che da Fazio ci debbano andare i 4 leader. Penso che per coerenza e rispetto agli italiani io da Fazio non ci andrò a meno che non si dimezzi lo stipendio”. Furono queste le dichiarazioni del vicepremier Salvini.
La replica di Fazio durante una diretta: “Al di là della sua opinione su di me, che non mi permetto in questa sede di discutere, sarebbe stato invece interessante consentire al pubblico di Che fuori tempo che fa di poter ascoltare le sue opinioni circa i temi dell’Europa, i recenti fatti tragici di Napoli, e naturalmente tutta l’attualità politica”.
E conclude: “Naturalmente la sua posizione è legittima, confido che ci sia un’occasione nella prossima stagione”.
Ma il Ministro dell’Interno non è l’unico a “lamentarsi” dello stipendio di Fazio. Lo ha fatto anche Alessandro Di Battista in un post fb nel febbraio di quest’anno.
“È giunto il tempo di una sforbiciata senza precedenti dei costi della politica e non solo”. Srive Dibba che aggiunge: “Qua i sacrifici li fanno tutti tranne i politici o i conduttori RAI pagati con denaro pubblico che sono giornalisti, ma non hanno contratti da giornalisti”.
La polemica sugli stipendi Rai si è inasprita nei primi mesi del 2019 e, con ogni probabilità, durerà fino a quando la dirigenza Rai non deciderà di mettere mano ai contratti.