Durante l’ultima puntata di Diritto e Rovescio, programma politico condotto da Paolo Del Debbio, si sono accesi i toni tra il vignettista Vauro e il giornalista Cruciani. Poi è intervenuto Fiano.
Del Debbio ha chiesto il parere di Vauro sull’episodio di qualche giorno fa, quando due esponenti di Fratelli d’Italia hanno fatto una diretta Facebook in cui inquadravano i nomi e i cognomi dei cittadini stranieri residenti nelle case popolari di Bologna.
“Che ti devo dire – ha risposto il vignettista – è ovvio quello che penso. Come si fa a dire che un’azione del genere non è istigazione al razzismo? […] È un comportamento da fascisti, stop”.
Subito dopo è intervenuto Cruciani: “Se avessi fatto il politico e mi volessi occupare di case popolari, non avrei mai fatto quel tipo di operazione. C’è un problema rispetto all’assegnazione delle case popolari ma avrei agito diversamente”.
Poi ha fatto una riflessione sull’uso della parola fascismo/fascista: “Evocare, come hanno fatto Vauro e tanti altri, la parola fascismo, da sprovveduti politici, è offensivo nei confronti di chi lo ha vissuto […]. Un oltraggio per chi ha vissuto il fascismo sulla propria pelle”.
La replica di Vauro: “Stasera mi sento buono anzi buonista: vuoi che non lo chiamiamo fascismo? Allora li possiamo chiamare pezzi di m**a? Questi due signori non sono fascisti, sono pezzi di m**a!”.
Cruciani prima ha detto a Vauro che dovrà assumersi la responsabilità delle sue affermazioni e poi ha fatto notare che l’odio e la violenza non appartengono soltanto ai fascisti.
“È ampiamente dimostrato – ha detto Cruciani – che anche nei confronti di una parte politica, la Lega, viene espresso ogni giorno violenza e odio”.
L’intervento ( a sorpresa) di Fiano
Dopo aver ascoltato la discussione è intervenuto anche Fiano, ospite in studio: “Io sono un antifascista e magari non sono sempre obiettivo, per quello che ha vissuto la mia famiglia. Penso però che la parola fascismo vada utilizzata con cautela […]”.
“In questo Paese c’è l’istinto di ricorrere alla parola fascismo ogni volta che si vede una forma di attacco alla libertà personale. È un rischio che cerco di non correre, usando quella parola con parsimonia”.
Poi quasi a sorpresa ha detto: “Non penso che questo Paese corra il rischio di uscire dalla democrazia […] e non penso che Salvini sia un fascista”.
La discussione è continuata e Vauro ha chiarito la sua posizione “Non ho mai detto che Salvini sia un fascista […] è molto peggio dei fascisti!”.
Verso la conclusione è intervenuto anche l’esponente della Lega, Alessandro Morelli, che, a proposito di odio, ha ricordato al vignettista Vauro quando disegnò Salvini con una pistola mentre si sparava in fronte.
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