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Fracassi e il rapporto 2019: «A marzo cadranno le borse di tutto il mondo»

Il giornalista Franco Fracassi, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro, è stato intervistato da Byoblu.

È giornalista da circa trent’anni e ha pubblicato vari libri. L’ultimoProtocollo contagio – Come e perché avrebbero potuto proteggerci dalla pandemia e non l’hanno fatto” è appena uscito e sta già facendo discutere.

«Ho fatto una ricerca banale tra le fonti ufficiali dei governi e degli istituti di ricerca e ho scoperto che il coronavirus è stato l’evento più annunciato e previsto del XXI secolo».

Dopo la SARS tutto il mondo ha deciso che la preparazione a un nuovo virus fosse la principale priorità e sono stati investiti centinaia di miliardi di dollari.

Franco Fracassi racconta la più grande esercitazione di sempre

A fine 2018 tutto quello che c’era da sapere sul virus era noto. I principali Paesi hanno organizzato simulazioni ed esercitazioni per comprendere cosa potesse accadere dopo il suo arrivo.

Da gennaio ad agosto 2019 gli Stati Uniti d’America hanno organizzato la più grande simulazione della storia.

Erano coinvolti la Casa Bianca, tutti i ministeri compreso il Pentagono, i servizi segreti americani, i principali centri di ricerca, le principali università, le più grandi multinazionali, le principali banche e i singoli stati federati. Centinaia di migliaia di persone coinvolte in una simulazione di otto mesi su una pandemia da coronavirus.

Franco Fracassi ha spiegato come i rapporti prodotti da questa esercitazioni fossero inquietanti. Date e notizie combaciano con quelle lette da noi sui maggiori quotidiani durante l’emergenza.

«C’è scritto nero su bianco che a marzo 2020 sarebbero cadute le borse di tutto il mondo». Anche i morti in Italia erano stati preventivati. Come la perdita dei posti di lavoro o il crollo della borsa o i conflitti tra i Paesi.

Quella americana non è stata l’unica esercitazione eppure, nonostante fossero pronti a una pandemia da coronavirus già a settembre 2019, i governi non hanno fatto nulla.

La strana storia del laboratorio di Wuhan

«Prima di capire se sia stato un virus artefatto o un virus scappato, bisogna capire cosa sia il laboratorio di Wuhan», ha affermato Fracassi.

Da quello che ha raccontato il giornalista hanno costruito il laboratorio sotto un forte impulso del presidente francese Jacques Chirac. Anche l’inaugurazione fu anomala perché fu presieduta da Emmanuel Macron e non da Xi Jinping.

Nel 2014 Obama annunciò una moratoria internazionale sulla ricerca sul coronavirus a causa di una fuoriuscita del virus da un laboratorio statunitense.

Nel 2017 Anthony Fauci ha invece convocato una riunione alla Casa Bianca in cui ha annunciato la ripresa delle ricerche sul coronavirus ma non in suolo americano, bensì nel laboratorio cinese di Wuhan.

«Wuhan è diventato un laboratorio voluto dalla Francia, con scienziati francesi, diretto da scienziati cinesi, finanziato e partecipato da scienziati americani. Una storia complicata», ha detto Fracassi.

Franco Fracassi e le mascherine prodotte proprio a Wuhan

Per il giornalista il potere è in mano a pochi. Un esempio è la produzione di mascherine ffp2 ed ffp3, composte da un particolare materiale prodotto da industrie indiane e cinesi.

Sono cinque le aziende che producono quasi il 90% delle mascherine del mondo. Tra queste una, proprio a Wuhan, copre il 50% della produzione mondiale.

Queste aziende, che sostanzialmente sono del Partito Comunista Cinese, sono quotate in borsa e il 50% è controllato da tre società di Wall Street. Queste società, la BlackRock, la Vanguard e la State Street, sono legate tra loro e gestiscono un patrimonio di 25mila miliardi di euro.

Franco Fracassi ha affermato: «È giusto dire che c’è una guerra tra Cina e Stati Uniti o è una cosa diversa? È complicato districarsi in questo mondo».

Il giornalista ha commentato anche la questione vaccini: «Rappresentano un business fondamentale per l’OMS che, pur essendo un’organizzazione internazionale, è principalmente finanziata da privati che scelgono come devono essere spesi quei soldi».

Fracassi ha poi ricordato che tra i maggiori investitori troviamo alcune industrie che si occupano solo di vaccini e un personaggio estremamente potente che si chiama Bill Gates che ha una vera fissazione per le vaccinazioni.

«Esiste una cosa che ha più valore di qualsiasi quantità di denaro qualcuno possa mettere insieme: la prerogativa di vita o di morte sugli altri. Questo è un potere che non ha prezzo. Viviamo in un modo in cui pochi soggetti lo stanno acquisendo e comandano tutti i governi, compreso il nostro».

Un salto improvviso nel futuro

«La Covid è stata un acceleratore del tempo, in pochi mesi siamo stati sparati nel futuro. Siamo stati costretti a lavorare, andare a scuola, acquistare, interloquire con amici e parenti, tutto davanti allo schermo di un computer».

Franco Fracassi ha spiegato che questo mondo digitale passa attraverso un imbuto fatto da grandi aziende che gestiscono i software (Facebook, Amazon, Google) e altre che gestiscono i materiali.

Se prima alcuni erano dipendenti dagli strumenti tecnologici, la Covid ha obbligato anche quelli che non volevano entrarci a questa dipendenza.

«Questa tecnologia esiste solo grazie a dei componenti che sono fatti con 17 minerali, senza i quali non esisterebbe nulla di tutto questo. Sono chiamate terre rare, anche se rare non lo sono per nulla, e si trovano in due paesi al mondo: Repubblica Democratica del Congo e Cina».

Il giornalista ha poi sottolineato che le aziende che raccolgono questi minerali sono tutte cinesi e anche quelle che trasformano questi minerali in componenti.

Fracassi ha concluso: «Abbiamo quindi un soggetto unico che gestisce quell’enorme potere di cui parlavamo prima. Ma la cosa curiosa è che queste aziende sono quotate in borsa e indovinate chi sono i tre azionisti principali di queste aziende? BlackRock, Vanguard e State Street».

Per quanto riguarda la seconda ondata il giornalista ha commentato:«La prima volta potevano far finta di non sapere nulla ma ora sarebbero cacciati via se si ripetessero. In questo momento non c’è emergenza, conosciamo il virus, la terapia, la prevenzione. In una situazione del genere non è accettabile un nuovo lockdown e un’impreparazione dei governi che porterebbe a un altro disastro economico».