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Giornata Mondiale Sindrome di Down: ecco perché non c’è da festeggiare

Il 21 Marzo, equinozio di Primavera, è una data da ricordare anche perché è la Giornata Mondiale della Sindrome di Down.

Tante sono le ricorrenze inserite in questo speciale giorno, tra le quali la Giornata della poesia, delle foreste, dell’uguaglianza e della giustizia.

La ricorrenza più speciale, però, è rivolta a coloro che sono affetti dalla sindrome di Down e soprattutto dal rispetto per i loro diritti.

L’AIPD, infatti, da ben quarant’anni combatte affinché queste persone possano avere una vita normale e dignitosa, ma l’obiettivo è ancora lontano.

Giornata Mondiale della Sindrome di Down, obiettivo: una vita normale

Molte delle attività che la maggior parte delle persone ritiene abitudinarie per gli affetti dalla sindrome di Down restano un traguardo non raggiunto.

Poter vivere una vita in piena autonomia come tutti con un lavoro, frequentando amici e avendo una relazione sentimentale appaiono diritti ancora negati.

La campagna “Reasons to celebrate” ha lanciato un video molto forte al fine di scuotere le coscienze e denunciare la mancanza di parità.

“Fino a quando l’ultima persona affetta da sindrome di Down non potrà partecipare alla vita sociale, questo giorno non sarà mai una festa.”

Per l’occasione le Nazioni Unite hanno organizzato un evento in cui numerosi giovani con sindrome di Down potranno raccontare la propria storia.

Inoltre, in molte piazze delle principali città e località italiane e straniere saranno organizzati dei flash mob al fine di rendere pubblica quest’esperienza.

Il passato dell’umanità è sempre stato molto crudele con queste persone ed è giusto, quindi, che il loro futuro diventi migliore.

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Tutti i popoli della Terra devono capire che chi è affetto da questa sindrome non è un peso sociale, ma uno splendido valore aggiunto.

La loro parità e i loro diritti sono da rispettare ed esercitare, ma tutto questo non vale solamente per questa categoria di persone.

Questa giornata va anche dedicata non solo a chi è affetto da sindrome di Down, ma anche alle persone affette da spettro autistico e disturbi generalizzati dello sviluppo.

Anche i loro diritti devono diventare una priorità per il futuro della nostra società, troppo spesso presa dal consumare e non dal valorizzare.