La dottoressa Capua e la professoressa Gismondo avvertono: “Occorre fare autopsie sui pazienti deceduti per capire le cause reali del decesso”.
Ieri sera erano ospiti a DiMartedì la dottoressa e virologa Ilaria Capua e la professoressa Maria Rita Gismondo, Direttrice Microbiologia dell’Ospedale Sacco di Milano.
Il tema della puntata era ovviamente l’emergenza coronavirus. Tra i vari punti di cui si è discusso, uno in particolare ha messo d’accordo le due ricercatrici, ovvero la necessità di capire le reali cause che hanno determinato il decesso dei pazienti, se con o per coronavirus.
In queste settimane giornali e televisioni ci hanno abituati a pensare che tutti i decessi siano a causa del coronavirus eppure c’è un’importante differenza tra chi muore con Covid-19 e chi per Codiv-19.
“Due morti senza altre patologie”
Una piccola parentesi. Durante la conferenza stampa della Protezione Civile del 13 marzo, un giornalista di Agenzia Nova, rivolgendosi al presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, ha chiesto “come mai in Italia non viene ancora fatta una distinzione di morti per e di morti con Coronavirus? C’è un numero effettivo che l’ISS ha certificato di morti per coronavirus escludendo le altre patologie?”
La riposta di Brusaferro è stata che “la mortalità è determinata da un insieme di patologie. Le patologie che abbiamo identificato sono quelle più comuni e che riguardano soprattutto anziani che hanno già una loro fragilità intrinseca”.
È chiaro, dunque, che in determinati soggetti l’insorgenza di un’infezione nelle vie respiratorie può determinare più facilmente un decesso.
“I dati di cui disponiamo oggi – continua Brusaferro – ci dicono che i pazienti deceduti positivi, hanno una media di oltre 80 anni e sono prevalentemente maschi”.
Secondo il presidente del’ISS, “la maggior parte di queste persone è portatrice di più patologie croniche e – attenzione a questo passaggio – soltanto due, di queste persone, non sono portatrici di queste patologie”.
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Ilaria Capua e Maria Rita Gismondo.
Ma perché diventa fondamentale fare la distinzione sulle cause che portano al decesso? Secondo la virologa Ilraia Capua ci aiuterebbe a capire cosa questo virus può fare da solo.
“Togliamo tutti i pazienti che hanno in media 3.4 malattie intercorrenti, che sono purtroppo quelle decedute, e cerchiamo di capire questo virus cosa può fare da solo”.
Dello stesso avviso è la professoressa Gismondo: “Sono assolutamente d’accordo con la dottoressa Capua: è importante, prima di dichiarare i morti, fare le autopsie e dire di cosa sia realmente morto il paziente”.
Alla luce di queste dichiarazioni sarebbe il caso, forse, che l’informazione iniziasse a fare correttamente il proprio lavoro, specificando che non tutti i decessi sono per coronavirus.
Contestualmente, accelerare (per quanto possibile) con le autopsie, in modo da aiutare i ricercatori a conoscere il virus e a capire se possiamo affrontarlo adottando misure diverse, che incidano direttamente sul virus piuttosto che sulle libertà personali. Foto: La7