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HomeItalia18enni e innocenti all'ergastolo: uno si suicida, Gullotta esce dopo 22 anni

18enni e innocenti all’ergastolo: uno si suicida, Gullotta esce dopo 22 anni

Malagiustizia, Giuseppe Gullotta: un errore giudiziario da 66 milioni di euro – Accusato ingiustamente per la strage di Alcamo Marina, l’uomo ha trascorso in carcere ventidue anni

Ha trascorso 22 anni dietro le sbarre da innocente: si tratta di Giuseppe Gullotta, oggi sessantenne, accusato ingiustamente dell’omicidio di due carabinieri ad Alcamo Marina, consumatosi nel 1976.

La sua condanna all’ergastolo, emessa nel 1990, era stata annullata nel 2012 in seguito alla revisione del processo, che si concluse con una sentenza di assoluzione con formula piena.

Nei giorni scorsi – riferisce La Stampa – i legali dell’uomo, gli avvocati Baldassarre Lauria e Pardo Cellini, hanno depositato una richiesta di risarcimento per una cifra pari a 66 milioni di euro.

Assai più, dunque, di quanto la Corte d’Appello di Reggio Calabria gli aveva riconosciuto nel 2016 (6 milioni e mezzo, con una provvisionale di 500 mila euro).

Secondo il quotidiano torinese nel documento, in cui tra l’altro si cita l’Arma dei carabinieri per responsabilità civile, si fa riferimento ai metodi che l’Arma avrebbe usato (“torture e sevizie”) per estorcere “una falsa confessione che ha poi condizionato tutto l’iter processuale”.

Cosa successe realmente ad Alcamo Marina? L’unica cosa certa al momento è che la notte del 27 gennaio 1976 qualcuno entrò nella caserma dei Carabinieri della cittadina del trapanese forzando la porta con una fiamma ossidrica.

Ed uccise Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta, due giovani militari dell’Arma appena diciottenni che stavano dormendo nelle loro stanze. E rubò loro le calibro 9 d’ordinanza.

Le indagini

Inizialmente le indagini si concentrarono sul terrorismo di sinistra: vennero addirittura coinvolte le Brigate Rosse, che smentirono ogni loro responsabilità con un comunicato.

Ci fu poi – ricorda il blog “I segreti della Storia” – una strana telefonata di rivendicazione al quotidiano La Sicilia, in cui una voce contraffatta attribuì l’azione di Alcamo Marina ad “una sigla eversiva mai sentita prima di allora (e che mai più si sentirà dopo quella telefonata): Nucleo Sicilia Armata”.

Successivamente si tentò di percorrere anche la pista mafiosa, collegando i fatti del 1976 a quanto accaduto l’anno precedente. Ovvero l’omicidio, poi attribuito a Cosa Nostra, di due esponenti politici di Alcamo Marina.

Quelli consumatisi nella caserma dell’Arma nel gennaio 75 erano probabilmente omicidi di mafia anche secondo “un giovane conduttore radiofonico di un’emittente privata, quel Peppino Impastato che qualche anno dopo finì trucidato” appunto “dalla mafia”.

Secondo lui – ricorda Tempi.it – “si trattava di un avvertimento della mafia allo Stato”. La conclusione, in ogni caso, fu che scattarono le manette ai polsi di quattro giovani di Alcamo.

Il diciottenne Giuseppe Gullotta

Tra loro il diciottenne Giuseppe Gullotta, che all’epoca faceva il muratore. Come riferito all’inizio, si è parlato, come prova base della colpevolezza degli imputati, di una “confessione estorta mediante tortura”, ritenuta sufficiente a far condannare i quattro alla sbarra.

Soltanto molti – troppi – anni dopo si è venuti a sapere, grazie alla testimonianza dell’ex brigadiere dell’Arma Renato Olino (che aveva all’epoca partecipato alle indagini), che nei confronti di Gullotta e gli altri vennero usati “metodi persuasivi eccessivi”.

Tanto bastò per far assolvere l’unico imputato ancora dietro le sbarre (due erano riusciti a fuggire all’estero e il terzo si era suicidato in carcere pochi anni dopo l’arresto). Gullotta appunto.

Chi ha ucciso allora i due Carabinieri ad Alcamo Marina? Non si sa. Attorno alla morte di Apuzzo e Falcetta dunque non è ancora stata fatta chiarezza. E di conseguenza nemmeno giustizia.