Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza (Def), ma salta la conferenza stampa a causa dei malumori.
Il documento dovrebbe confermare i programmi di governo della legge di bilancio e il rispetto degli obiettivi fissati dalla commissione Ue.
Quindi nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva. La crescita per il 2019 è fissata allo 0,2%.
Matteo Salvini dichiara: “Giudizio positivo sul Def, la Flat tax si farà in due passaggi. Non si torna indietro su quota 100, nessun aumento dell’Iva”.
Def: scontri M5S-Tria e malcontento
Al termine della riunione ci sarebbe stato un confronto serrato tra i ministri M5S e il titolare del Tesoro Giovanni Tria.
Il nodo centrale è la garanzia chiesta dai pentastellati per evitare le clausole di salvaguardia che prevedono l’aumento dell’Iva nel 2020 e 2021.
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A palazzo Chigi, in sala stampa, era tutto pronto per la conferenza, ma a causa del malcontento sul tema dell’Iva è saltato tutto.
Nonostante questo, l’esecutivo prende atto che l’economia italiana è in recessione, ma il segno meno davanti al Pil sarà evitato.
“Reddito di cittadinanza”, “Quota 100 sulle pensioni”, “Decreti sblocca cantieri” e “Decreto crescita” consentirebbero all’economia di crescere di qualche decimale di punto.
La Lega vuole la Flat tax del 15% per le famiglie con redditi fino a 50mila euro, il Movimento 5 Stelle preferirebbe legare la tassazione al quoziente familiare.
Il problema è che queste riforme farebbero entrare nelle casse dello Stato molti meno soldi (la Flat Tax costa almeno 12 miliardi).
Ma il governo dove troverà i 23 miliardi che servono per evitare le “clausole di salvaguardia”, cioè l’aumento dell’Iva e delle accise previsto per legge?
Sommato ai miliardi occorrenti per attuare la Flat Tax equivale a raccogliere minimo 35 miliardi. Insomma finora una Def fatta di sogni e di speranze.