Se vi capitasse di navigare sulle pagine dei Cinque Stelle o di qualche big del Movimento, notereste tra i commenti molta confusione. Alcuni scrivono che sarebbe stato meglio non allearsi con il Pd, altri ritengono che sia giusto provare ad andare avanti con questo governo.
La recente sconfitta in Umbria è stata un brutto colpo per la base, che sembra uscirne frastornata. Che fare? Continuare a governare con il Pd o tornare al voto? Soprattutto, di chi è la colpa di questo tracollo?
A parte qualche critica al presidente Conte, le accuse maggiori ricadono su Di Maio. Secondo alcuni attivisti non avrebbe saputo gestire né i rapporti con la Lega né quelli con il Pd.
A tal proposito, e da non iscritto al Movimento, mi chiedo come sia possibile addossare la responsabilità del tracollo a un ragazzo che è stato letteralmente catapultato in ruoli istituzionali, molto importanti, assumendo anche la veste di leader indiscusso.
La regia dei Cinque Stelle
Forse l’unico vero grande errore di Luigi è stato quello di fidarsi troppo di una regia che non è stata in grado di creare nuovo consenso e di mantenere quello esistente..
Di questa regia presumo facciano parte tante persone più o meno conosciute. Due nomi su tutti: Davide Casaleggio, il cui padre Gianroberto disse che avrebbe lasciato i Cinque Stelle in caso di alleanze con il Pd, e Beppe Grillo. Ad apparire in pubblico e a lasciare dichiarazioni è quasi sempre il secondo.
Nel tempo il Movimento di sciocchezze ne ha dette e fatte tante: euro no, euro sì; la favola del referendum; niente più streaming; lotta al lavoro nero e poi sbucano vicende familiari poco trasparenti.
Per non parlare di quelli che, nonostante siano entrati gridando “onestà”, sono stati cacciati perché non restituivano gli stipendi; Sibilia che esordisce parlando di “signoraggio” e poi si ritrova a dover abolire il contante favorendo le banche.
L’ex Ministro Giulia Grillo che all’opposizione bocciava il decreto Lorenzin e poi ha proseguito sulla stessa linea del governo precedente… Insomma, l’elenco è davvero lungo. Ma in tutti questi anni, il “padre” che ha dettato le scelte più importanti è stato sempre lui: Grillo.
Il tweet di Grillo
In queste ore si parla di un tweet che il comico avrebbe scritto nella mattinata di ieri in riferimento alle ultime elezioni in Umbria: “Pensavo peggio…”.
Il commento resta online pochi minuti, poi sparisce e successivamente ne scrive uno nuovo in cui linka uno dei brani più famosi dei Soundgarden, “Black hole sun”.
Perché lui è così, le cose non le deve dire con chiarezza, dev’esserci mistero, ci deve arrivare solo la persona intelligente mentre gli altri, quelli che non capiscono, possono anche andare a quel paese.
Come dimenticare il discorso del comico dal palco della festa per i dieci anni del Movimento? Ecco cosa disse: “Non voglio che rimaniate lì a dire sempre il Pd e il pd, e il Pd…vaffan*ulo a voi questa volta”. Dal vaffaday al vaffavoi.
Il riferimento era ovviamente all’alleanza “strategica” e funzionale con il Partito Democratico che parte degli attivisti non aveva capito. Qualche giorno prima, lo stesso Beppe, aveva pubblicato un video in cui esaltava il nuovo governo giallo-rosso.
“Mi rivolgo al Pd, alla base dei ragazzi del Pd, siate contenti, è il vostro momento questo, abbiamo un’occasione unica, dio mio, unica e che non si riproporrà più così. Cerchiamo di compattare i pensieri, di sognare a dieci anni che tipo di società vogliamo”.
Quanta confusione
Ricapitoliamo: suggerisce (ordina) l’alleanza con il Pd, si continua a perdere consenso e glielo fanno notare, lui manda a quel paese e quando arriva la batosta dell’Umbria… muto.
Sembra un padre che suggerisce la strada sbagliata al figlio, poi, quando ritorna, invece di scusarsi fa l’indifferente. Per un figlio non è proprio il massimo delle aspettative.
Vogliamo parlare del comportamento assunto durante il governo con la Lega? Offende Salvini in tutti modi possibili, poi lo intervistano e lui: “Salvini è uno che quando dice una cosa poi la mantiene”.
Poco prima che il Movimento diventasse davvero importante al punto da entrare nelle istituzioni, Grillo sosteneva che gli italiani avessero dovuto ringraziare i Cinque Stelle, perché avevano evitato una deriva “fascista” al Paese.
Poi, fuori dal Viminale, incontrando alcuni esponenti di Casapound, si dice ben disposto ad avere nel Movimento militanti di quello schieramento: “Avete delle idee che sono condivisibili, alcune di meno, alcune di più”.
Sinceramente non so tutta questa confusione quanto possa giovare al Movimento. Non sarà che Grillo vuole escludere gli anziani dal voto dopo aver visto quello che ha combinato in tutti questi anni?
Battute a parte, credo che la base dovrebbe iniziare a capire che certe scelte andrebbero prese con coraggio e senza lasciarsi influenzare. Poi ci sono i programmi, e su quelli c’è poco da fare, o ti convince o non ti convince.