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HomeItaliaGuarito con il plasma il primo medico: «Ero in terapia intensiva»

Guarito con il plasma il primo medico: «Ero in terapia intensiva»

Mario, il medico guarito con il plasma, ha raccontato la sua esperienza ai microfoni di Mattino Cinque: “Ora sto bene, presto tornerò al mio lavoro”.

Mario è un medico di base ed è il paziente numero due a essere stato sottoposto alla sperimentazione con il plasma.

La terapia, che vede la collaborazione tra l’ospedale di Pavia e quello di Mantova, prevede la trasfusione di plasma dal sangue di persone guarite dal Covid-19, nell’organismo di chi è ancora ammalato.

Questa mattina, intervistato da Federica Panicucci a Mattino Cinque, il medico ha spiegato come ha superato il coronavirus grazie a questo tipo di trattamento.

Guarito con il plasma e svezzato dall’ossigeno

“Il 27 di marzo – spiega – ho avuto la trasfusione del plasma iperimmune. Ero stato trasferito in pneumologia nel reparto di terapia intensiva perché le condizioni respiratorie peggioravano”.

Dopo qualche giorno dalla trasfusione, Mario ha iniziato a notare subito del miglioramenti fisici, soprattutto dal punto di vista della funzionalità polmonare.

Nei giorni successivi, in particolare l’otto di aprile, ha raccontato di essere stato “svezzato dall’ossigeno” incominciando a respirare aria ambiente.

Alla domanda della conduttrice sulle sue attuali condizioni fisiche ha risposto: “Oggi sto bene, ho ripreso quasi completamente e a breve riprenderò anche il mio lavoro”.

Proprio in queste ore, all’ospedale Moscati di Avellino, un’altro medico si sta sottoponendo alle cure con il plasma: si chiama Carmine Sanseverino, ed è il primo paziente con il virus a essere curato al Moscati con questa terapia.

Secondo quanto riportato dal sito L’occhio di Avellino, il medico sarebbe stato sottoposto al trattamento 4 giorni fa, “nonostante questo protocollo venga utilizzato su pazienti per i quali la malattia non è ancora in uno stadio grave”.

“Il trattamento – si legge sempre sul sito – è stato reso possibile grazie alla donazione di un altro dipendente del Moscati guarito dall’infezione”.