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Ilva di Taranto: diossina alle stelle e Di Maio non si vede

Ex Ilva di Taranto: livelli di diossina alle stelle! – Ilva (ex Italsider) è un’azienda siderurgica attiva nella produzione e trasformazione dell’acciaio.

Il gruppo è uno dei più importanti del settore (4° produttore europeo) con quasi 6 milioni di tonnellate di acciaio prodotte nel 2017, circa 14.000 addetti e 15 unità produttive.

Lo stabilimento siderurgico più grande d’Europa si trova a Taranto ed è considerato tra i più grandi nel mondo, gli altri sono a Genova e Novi Ligure.

Con il Decreto Ministeriale del gennaio 2015 il gruppo, che apparteneva alla famiglia Riva, è stato messo in amministrazione straordinaria.

Nel 2016 si è aperta la procedura per il trasferimento degli asset aziendali attraverso un bando internazionale.

Il 5 giugno 2017 la Am Investco Italy, gruppo Marcegaglia (15% delle quote) e la ArcelorMittal (il restante 85%) si sono aggiudicati la gara.

In un anno il valore della diossina a Taranto è aumentato del 916%, passando da 0,77 picogrammi del 2017 a 7,06 picogrammi del 2018, molto vicino agli 8 picogrammi del 2009. In riferimento a ciò nella “masseria Carmine” furono prelevati 1.124 capi di bestiame per essere abbattuti.

Lo denunciano il coordinatore nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, e il consigliere comunale Vincenzo Fornaro, ex allevatore, riportando i dati di Arpa Puglia.

La città di Taranto colpita e affondata da varie irresponsabilità di spicco

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha chiesto all’Ispra di compiere accertamenti sui valori di diossina a Taranto.

A quanto si è appreso dal Ministero, i dati rilevati dalle centraline diffusi da associazioni ambientaliste e da Angelo Bonelli dei Verdi risultano diversi e non sono confrontabili.

Per questo il ministro ha chiesto al direttore generale dell’Ispra, Alessandro Bratti, di disporre delle verifiche.

Questi ha incaricato l’ufficio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente di controllare i rilevamenti dell’Arpa per cancellare i dubbi.

Il ministro si è messo in contatto anche con il prefetto di Taranto per presentare un esposto all’autorità giudiziaria perché l’inquinamento a Taranto non è mai cessato.

Il ministro Costa e Di Maio latitano, colpendo e affondando la città di Taranto, abbandonata a se stessa nei propri problemi.

Essi hanno irresponsabilmente confermato la norma sull’immunità penale prevista dal decreto 98/2016, voluta da Renzi e Calenda.

Lunedì 4 marzo, l’ufficio del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, Angelo Bonomelli e Vincenzo Fornaro, invieranno una diffida al ministro Costa.

Concludendo, occorre il riesame dell’Aia dell’ex Ilva di Taranto e al ministro Di Maio bisogna chiedere di abrogare la scandalosa immunità penale.