Dopo le dichiarazioni di Zangrillo, Bassetti e altri esperti sull’attuale situazione dei contagi, anche l’immunologo svizzero Beda Stadler ha confermato la loro versione.
Ormai vige il caos tra i medici catastrofisti, come li definisce Bassetti, e quelli che invece parlano di una situazione molto tranquilla.
Critiche e polemiche si susseguono da giorni ma anche i colleghi medici della vicina Svizzera sembrano essere concordi sulle posizioni dei nostri dottori più ottimisti.
Tra questi l’immunologo svizzero Beda Stadler che ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano indipendente Corriere del Ticino.
Immunologo svizzero: «Alcune riaperture dovevano essere più veloci»
Beda Stadler non nega la virulenza iniziale del SARS-CoV-2 e infatti ha detto che quando ha visto i dati cinesi si è messo in quarantena da solo e ci è rimasto fino a un mese fa.
«Ho 70 anni, sono grasso e di recente ho avuto una doppia embolia polmonare. I numeri dimostrano che il virus sceglie quasi esclusivamente persone come me», ha affermato il medico bernese.
Ma ha anche aggiunto che la situazione odierna non è affatto come quella iniziale e che le cifre estremamente basse lo confermano: «È più probabile fare un cinque al lotto che essere infettato dal virus».
L’immunologo svizzero non si è limitato a dare ragione ai medici italiani che consigliano una riapertura immediata ma ha aggiunto: «Visto in modo spassionato, per i più giovani e le persone sane il coronavirus non era un pericolo mortale neanche prima, sebbene si sia sempre sostenuto il contrario. Il Covid-19 è estremamente selettivo».
«Persino se hai 70 anni, se non ha una specifica malattia di base, il rischio di decesso è piuttosto basso. In realtà il virus rappresenta un pericolo reale solo per pochissime persone», ha continuato.
Sulle riaperture è stato molto critico: «Per la grandissima parte della popolazione il coronavirus rimane una malattia innocua. Il Consiglio federale avrebbe quindi potuto anticipare di un mese gli allentamenti decisi ora».
Inoltre l’ex direttore dell’istituto di immunologia dell’Università di Berna ha aggiunto: «Una seconda ondata che richieda un confinamento in Svizzera non ci sarà di sicuro».
Per l’immunologo svizzero Stadler, invece di guardare il mondo com’è realmente oggi, molti scienziati si basano troppo sui loro modelli matematici che li porta a teorie poco veritiere. Foto: Aargauer Zeitung