Nei giorni scorsi l’India ha sperimentato un’arma per lo spazio, ossia un missile capace di colpire i satelliti e di interrompere le comunicazioni.
Il primo ministro indiano Narendra Modi, con un discorso nazionale in tv, ha definito la missione, denominata Shakti, un successo straordinario e dall’esito inaspettato.
Il test ha avuto come obiettivo un satellite indiano smantellato, centrato e distrutto al primo colpo dopo appena tre minuti dal lancio del missile.
L’India entra, grazie a questo risultato, nella cerchia di quelle potenze con capacità missilistiche per lo spazio, insieme a Stati Uniti, Russia e Cina.
Dei tre Paesi appena citati, soltanto la Cina ha fatto sapere, tramite il proprio Ministro degli Esteri, di sperare che nello spazio regni sempre la pace.
Stati Uniti e Russia, invece, hanno scelto il silenzio, mentre il confinante Pakistan ha criticato aspramente l’azione definendo lo spazio patrimonio dell’umanità.
Molto critico anche il principale leader dell’opposizione del partito di Modi, Rahul Gandhi, che ironicamente ha definito con un tweet l’evento “teatrale”.
Ti potrebbe interessare anche: “Via della Seta, Conte vs Salvini: Italia primo Paese G7 a firmare con la Cina?”
L’India mette in pericolo l’ISS col missile lanciato
In tutto questo clima fantascientifico, chi invece ha messo seriamente in allerta l’intera politica mondiale e in guardia le potenze spaziali è Jim Brindenstine.
L’amministratore della NASA infatti ha duramente criticato il test effettuato dall’India in quanto ha messo pericolosamente a repentaglio la sicurezza dell’ISS.
L’esplosione del satellite avrebbe disseminato nell’orbita centinaia di detriti che potrebbero colpire la Stazione Spaziale Internazionale e gli astronauti che ci lavorano.
Di questi detriti solo 60 sono tracciabili e di questi a malapena 24 hanno superato l’orbita della Stazione Spaziale Internazionale sfiorandola.
Il pericolo inoltre non è arrivato solamente dai detriti, bensì anche dalla strana manovra che il missile avrebbe compiuto per colpire il proprio obiettivo.
E non è la prima volta: già dal 2007 l’ISS vede in pericolo la propria incolumità a causa di un test condotto dalla Cina che ha sparso più di 3000 detriti.
“Ritengo che questo tipo di attività non sia compatibile con il futuro del volo spaziale umano e la ritengo un’azione terribile” ha tuonato Jim Brindenstine.