Questo è il periodo giusto ma negli ultimi giorni molte notizie sono rimbalzate sulla cronaca per varie intossicazione da funghi, alcune purtroppo letali.
Per gli amanti dei funghi questi mesi sono i più attesi. Molte volte si esce con tutta la famiglia per la raccolta ed è un momento anche per stare insieme.
Ci sono dei rischi però da non sottovalutare assolutamente perché, oltre a essere un piatto gustoso, in molti casi può rivelarsi pericoloso per la salute.
È quindi importante riconoscere un’intossicazione da funghi e intervenire nel minor tempo possibile per debellarla velocemente.
I casi di avvelenamento possono avvenire con le seguenti tre modalità che differiscono per tipologia di fungo e metodo di assunzione.
Ingestione di funghi tossici. Nel caso non foste degli esperti è sempre consigliato far controllare i funghi a un micologo per scongiurare errori causati dalla somiglianza tra funghi tossici e commestibili.
Ingestione di funghi commestibili non correttamente cucinati o mal conservati. Può succedere se ingeriamo i gambi o nel caso di mancati trattamenti per eliminare le tossine nocive, come la mancata prebollitura dei Chiodini (Armillaria mellea), o la scarsa cottura delle specie Amanita vaginata e Boletus luridus. Anche se non sono conservati adeguatamente possono causare avvelenamento.
Consumo di funghi allucinogeni. In questo caso, oltre che per ingestione, è possibile avere intossicazioni per inalazione da fumo di funghi allucinogeni secchi.
Intossicazione da funghi: sindromi e cosa fare
Sindromi a breve latenza. Sono caratterizzate da sintomi che compaiono da 30 minuti a 6 ore dall’ingestione e si risolvono in 24 ore.
Gastrointestinale. È la sindrome più frequente e i sintomi sono proporzionali alla quantità di funghi ingerita. Possono comparire o al termine del pasto o massimo 3-4 ore dopo, e sono: vomito, diarrea e dolori addominali. Solitamente si risolve dopo 24-48 ore.
Muscarinica. Il fungo responsabile di questa sindrome è l’Amanita muscaria. I sintomi si presentano dai 15 ai 60 minuti successivi all’ingestione e comportano dolori addominali, cefalea, intensa sudorazione, tremori, brachicardia, lacrimazione e ipersalivazione.
Pantenirica. È causata da Amanita muscaria e Amanita pantherina. Si manifesta con euforia, capogiri, emicrania, stato confusionale. Nei casi più gravi potrebbero verificarsi anche crisi convulsive.
Psicodisleptica. Sono responsabili i funghi appartenenti ai generi Psilocybe, Panaeolus, Stropharia. I sintomi si presentano dopo circa un’ora e sono caratterizzati da distorsione della percezione di colori e forme, disturbi della visione, disorientamento ma anche agitazione e aggressività.
Sindromi a lunga latenza. Queste sono le intossicazioni più gravi che in alcuni casi possono rivelarsi mortali. I primi sintomi compaiono dopo 6-12 ore dall’ingestione e rappresentano un’urgenza sanitaria.
Falloidea. È scatenata dall’Amanita Phalloides e sono sufficienti 20 gr del fungo. La sindrome è caratterizzata da episodi di vomito e diarrea che portano a gravi stati di disidratazione. L’organo più colpito è il fegato.
Orellanica. Responsabili di questa sindrome sono i funghi del genere Cortinarius orellanus e speciosissimus. I sintomi compaiono dopo 36 ore con dolori muscolari, brividi, cefalea, inappetenza e possono evolvere in un’insufficienza renale anche irreversibile.
Cosa fare in caso di avvelenamento e come prevenirlo
Molto spesso un avvelenamento da funghi si aggrava a causa dei tempi attesi prima di recarsi al pronto soccorso. Sia nel caso di intossicazione legger, sia nei casi più gravi è fondamentale recarsi subito all’ospedale più vicino.
Importantissimo saper descrivere bene cosa avete mangiato e le quantità, ancora meglio se portate con voi un campione del fungo, anche cotto.
Nessun rimedio della nonna e nessun ritardo perché le tempestività è vitale. Il Centro Antiveleni ha stimato che, se una intossicazione arriva alle cure mediche entro le 6 ore dall’assunzione, ha più probabilità di essere risolta.
La terapia consiste nel tenere sotto controllo i sintomi e dove necessario praticare una lavanda gastrica. Nel caso la situazione si fosse già aggravata potrebbe rendersi necessario un trapianto di fegato.
Prevenzione delle intossicazioni da funghi. Il Ministero della Salute, in collaborazione con il Centro Antiveleni di Milano, ha stilato un decalogo con le buone norme da seguire.
Non consumare funghi non controllati da un micologo. Consumarne quantità moderate. Non somministrarli ai bambini. Non ingerirne in gravidanza. Consumarli solamente se in perfetto stato di conservazione. Consumare i funghi ben cotti e masticarli correttamente. Sbollentare i funghi prima del congelamento e consumarli entro 6 mesi. Non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e campi coltivati (per i pesticidi). Non regalare i funghi raccolti, se non controllati da un micologo. Nei funghi sottolio si può sviluppare la tossina botulinica.