Lorenzo Cherubini, conosciuto da tutti come Jovanotti, alimenta la polemica sul Jova Beach Party con un lungo e velenoso post sulla sua pagina Facebook.
Negli ultimi mesi Jovanotti ha organizzato in tour quella che doveva rappresentare la festa dell’estate ma rischia di essere ricordato più per le polemiche che per il divertimento.
In molte delle date dei concerti sono nate delle vere e proprie bufere, sia per l’impatto ambientale, che a detta di attivisti e studiosi mette a rischio vegetazione e fauna, sia a livello di sicurezza.
Ci sono state contestazioni per la scelta di alcune location del tour che potevano avere conseguenze negative su specie fragili o a rischio come il fratino, che ha portato alla cancellazione della data di Ladispoli.
Due deputate del M5s hanno inviato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Ambiente per chiedere «risposte in merito ai danni a flora e fauna che potrebbero essere stati provocati sui litorali italiani a causa dei lavori per il tour estivo di 17 tappe dell’artista Jovanotti».
E ancora le contestazioni per la data sulla cima di Plan de Corones in alto Adige dove è intervenuto anche Reinhold Messner, che poi si è chiarito con Jovanotti.
Nelle due date di Viareggio il cantante è stato “ripreso” per aver contestato le misure di sicurezza che la prefettura ha imposto per il concerto: delle transenne che avrebbero diviso la spiaggia.
E l’ultima bufera che ha portato alla cancellazione della data del tour di Vasto per problemi di sicurezza dove addirittura sono scattate le prime denunce: distruzione o deturpamento di bellezze naturali e violazione del testo unico in materia di edilizia e delle norme ambientali.
Il post di Jovanotti contro gli “ambientalisti da tastiera”
Il cantante, che durante il tour non è la prima volta che si lascia andare a commenti di risposta alle critiche e alle accuse, ieri ha scritto un lungo post.
Senza mezze misure ha deciso di attaccare il mondo dell’associazionismo ambientalista definendolo «più inquinato dello scarico della fogna di Nuova Delhi!».
Jovanotti ricorda a tutti i suoi fan che per poter partire con il tour estivo ed essere sicuro che tutto fosse a posto ha coinvolto il WWF.
Denuncia con un tono piuttosto duro che gli attacchi ricevuti soprattutto sui social equivalgono a una «miriadi di ca**ate sparate a vanvera».
Il post del cantante inizia così: «Quando abbiamo iniziato a progettare JBP la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il WWF per poterli incontrare, per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza».
Chiama in causa il WWF perché la ritiene un’organizzazione storica che non è in cerca di visibilità ed è supportata da un vero comitato scientifico.
Dopo essersi scagliato contro l’associazionismo ambientalista e aver rimarcato che la collaborazione con il WWF doveva esser garanzia, Jovanotti attacca Legambiente.
Sostiene che attraverso i social sono arrivate accuse, farcite di prove false, utilizzate solo per avere qualche like in più.
«Addirittura “Lega ambiente” e “Ente Nazionale Protezione Animali” recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche)», continua il cantante.
Jovanotti elenca alcune accuse: «Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti (eliporti!!!!!), disorientato fenicotteri, prosciugato stagni».
Cherubini ricorda che ogni giorno da novembre scorso si confronta con il WWF e anche loro affermano che le accuse sul web sono false.
Chi dice la verità il web o il WWF?
Il lungo post che potete leggere sulla sua pagina Facebook termina così: «L’ecologia è una scienza, se si trasforma in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti, non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l’aglio scaccia i vampiri ma di scienza, comportamenti, tecnologia, obiettivi a breve e lungo termine, politiche locali, nazionali e internazionali, studio, ricerca, ispirazione, competenza, risorse, investimenti, impegno, analisi seria dello stato delle cose, senza panico e con voglia di collaborare».
Non tarda ad arrivare la replica di Stefano Ciafani, presidente di Legambiente: «Non abbiamo criticato il Jova Beach Party, noi abbiamo fatto rilievi puntuali su tre tappe: quella in provincia di Ferrara, sulla tappa di Policoro in Basilicata e di Roccella Jonica in Calabria, nella prima c’era un problema sulla presenza del fratino, sulle altre due di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta. Così come si è trovata un’altra soluzione a Ladispoli, si poteva trovare un’altra localizzazione anche in queste altre località».
Anche il presidente dell’Enpa Carla Rocchi interviene: «Jovanotti ha diritto di chiamare in causa chi crede ma è anche vero che se uno pensa di fare dei concerti, che per fortuna sua sono così affollati, in un’ecosistema fragile non può aspettarsi che stiamo lì a guardare».