Uno studio condotto in Florida ha trovato nella ketamina una valida risposta all’alcolismo. Ma l’effetto è molto diverso tra maschi e femmine.
La dipendenza da alcol è una malattia che vede a rischio un crescente numero di consumatori: otto milioni e mezzo circa solo in Italia.
Non esiste una cura perfetta per l’alcolismo e il primo passo, quello più difficile, è riuscire ad ammettere il problema.
Anche le persone che accettano di fare un percorso di cura spesso hanno una ricaduta, nonostante il sostegno medico e della famiglia.
Un team di ricerca dell’Università Statale della Florida ha preso in considerazione la ketamina per contrastare la dipendenza da alcol.
La ketamina è un farmaco anestetico che è attualmente in sperimentazione per il trattamento di alcuni disturbi psichiatrici tra cui: il disturbo post-traumatico, la depressione, il disturbo bipolare, l’ansia e le dipendenze.
Guidati dal professore di Scienze Biomediche e Neuroscienze Mohamed Kabbaj, i ricercatori hanno valutato come la ketamina ha influenzato il consumo di alcol nei topi e in che modo l’assunzione di alcol ha influenzato la loro auto-somministrazione di ketamina.
Hanno diviso i topi in base alla quantità di alcol che hanno bevuto, separandoli in gruppo ad “alto” e “basso” consumo. Hanno poi testato piccole dosi del farmaco valutandone gli effetti.
Trattamento con ketamina: i risultati
I risultati ottenuti sono diversi tra i vari gruppi esaminati. Nei ratti maschi che avevano consumato elevate quantità di alcol, l’assunzione di ketamina aveva dato ottimi risultati.
Non solo mostravano una riduzione significativa del consumo di alcol, rispetto al gruppo di controllo che aveva assunto solo acqua salina anziché il farmaco, ma l’effetto durava nel tempo: tre settimane dopo l’interruzione del trattamento con il farmaco.
«Tre settimane sono molto tempo nella vita di un topo – spiega il professor Kabbaj – Se accadesse una cosa simile nell’uomo, si potrebbe immaginare che dopo un breve trattamento con ketamina, i pazienti alcolizzati smetterebbero di assumere alcol per un paio di anni. Sarebbe un grande risultato».
Diversi i risultati sul gruppo dei topi di sesso femminile. Le stesso trattamento con la ketamina non ha influenzato infatti il gruppo caratterizzato da un “alto” consumo di alcol.
Ma ancora più interessante è il risultato ottenuto nel gruppo a “basso” consumo dei topi femmina: la somministrazione del farmaco infatti ha portato a un aumentato delle quantità di alcol bevute.
Inoltre un risultato negativo per tutti i gruppi di topi trattato è quello di aver mostrato un’incubazione della brama di ketamina. Una sorta di dipendenza, accentuata nei topi femmina.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista eNeuro. Per le discrepanze ottenute tra topi maschi e femmine si rendono necessari altri studi clinici prima di introdurre la ketamina tra le terapie per l’alcolismo.
Il prossimo passo è capire come questo farmaco influenzi questi processi e se questo trattamento potrà rivelarsi utile solo per gli uomini o anche per le donne.