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HomeScienza e AmbienteIl lato oscuro del bicarbonato di sodio: ecco come sceglierlo

Il lato oscuro del bicarbonato di sodio: ecco come sceglierlo

Economico, multiuso e presente in quasi tutte le case. Il bicarbonato di sodio è un vero alleato in moltissime situazioni e chi lo usa è convinto di rispettare l’ambiente ma non è sempre così.

In alcuni casi si rivela una vera e propria bomba ecologica perché quello che troviamo in commercio non è tutto uguale: può essere naturale, ricavato dalle cave, oppure chimico, prodotto industrialmente.

Nel comune di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno, sorge lo stabilimento chimico Solvay che produce industrialmente il bicarbonato di sodio in Italia.

È ottenuto grazie al metodo Solvay che prevede l’utilizzo di ammoniaca, cloruro di sodio e anidride carbonica. Dalla reazione di queste sostanze si ottiene il bicarbonato di sodio e il cloruro di ammonio.

Stabilimento Solvay e il bicarbonato di sodio che inquina

Purtroppo in un processo industriale non si usano soltanto le sostanze responsabili della reazione. Quindi da cosa sono composti gli scarti industriali e come sono smaltiti?

Molti dei rifiuti prodotti dalla multinazionale belga finiscono in mare. Nell’ultima rilevazione disponibile, per il solo anno 2017, Solvay dichiara di aver scaricato in mare dal “fosso bianco”: 59 chili di mercurio, quasi 4 tonnellate di arsenico, quasi 4 tonnellate di cromo e altri inquinanti.

Per quanto riguarda il mercurio, in particolare, nelle rilevazioni effettuate da Arpat, sulla costa di Rosignano, risultano valori nell’acqua superiori a quelli massimi consentiti.

La multinazionale belga è già finita nei guai più volte. Nel 2008 scoppiò il caso “emergenza cromo” nella sede piemontese di Spinetta Marengo dove emersero sostanze nocive nelle falde acquifere con valori superiori fino a cento volte, tra cui: cromo, nichel e idrocarburi. Per questo processo ci sono state tre condanne.

Nel 2009 invece Solvay è finita sulla cronaca per la scoperta di quattro scarichi abusivi a Rosignano che non erano stati resi noti all’ARPAT. Il procedimento si concluse nel 2013 con un patteggiamento da parte dei dirigenti.

Spiagge bianche, un’attrazione per turisti: i “Caraibi” della Toscana. Le spiagge sorgono in prossimità dello stabilimento Solvay e del “fosso bianco”.

L’area di scarico è delimitata da due cartelli di divieto di balneazione ma nella spiaggia adiacente ci sono sempre più turisti attratti dalle sabbie bianche e dal mare turchese.

La sabbia non è sempre stata così, lo è da quando è presente la multinazionale belga. La colorazione bianca è dovuta al carbonato di calcio.

Anche se lo spettacolo visivo può ricordare un paesaggio caraibico, sicuramente non è consigliato dai responsabili dell’ARPAT che ritengono l’uso turistico della spiaggia una cosa inaccettabile.

Il bicarbonato amico dell’ambiente

Il bicarbonato di sodio naturale è estratto dalle cave, già puro, e non necessita di nessuna lavorazione industriale.

Si ottiene un bicarbonato denominato “puro o purissimo” che è adatto sia a scopi alimentari, sia agli usi alternativi per la pulizia, il benessere e la bellezza.

L’impatto ambientale dopo il suo utilizzo è decisamente inferiore a quello che si potrebbe ottenere con detersivi che contengono vari agenti chimici.

Potete quindi continuare a utilizzare senza problemi il bicarbonato, basta saperlo scegliere bene. – Foto Facebook