Ieri sera è andata in onda la prima puntata della nuova edizione de Le Iene e l’apertura della trasmissione è stata dedicata a Nadia Toffa.
Non poteva iniziare diversamente questa edizione del famoso programma Mediaset. Un tuffo al cuore per i telespettatori che hanno potuto rivedere alcune aperture di puntata di Nadia Toffa.
Le scene commoventi non sono finite qui: 100 colleghi sono entrati in studio in silenzio sulle note di “You can’t always get what you want” dei Rolling Stones, accompagnati da un lungo applauso.
I primi piani delle iene mostravano occhi lucidi e sospiri profondi per quell’ingresso senza la loro collega, mancata il 13 agosto dopo aver lottato contro il cancro.
L’apertura de Le Iene con le parole di Alessia Marcuzzi
Tra i presenti in studio Fabio volo, Victoria Cabello, Simona Ventura, Nicola Savino e molti altri ma tocca ad Alessia Marcuzzi rompere il silenzio con la voce tremante: «Eccoci qui, grazie. È tutto merito suo».
«Abbiamo pensato mille volte come iniziare questa prima puntata senza di lei. Spero di dire le cose giuste, la cosa migliore da fare è quella che vedete adesso. Stare qua, tutti insieme, tutti uniti. E festeggiare la vita. Lei diceva così, e sorrideva sempre, ce l’aveva stampato sulla faccia. Il nostro però non sarà mai uguale al suo», dice tra la commozione Alessia Marcuzzi.
«Molti di noi non sapevano cosa avesse Nadia esattamente. Non ne aveva parlato con tutti, solo con le persone più strette. Aveva detto di avere un male terribile, il più brutto dei mali. Tutti avevamo la speranza che questo momento tardasse il più possibile o non arrivasse mai. Quando è arrivata la notizia, la botta è stata troppo forte» continua la Marcuzzi ricordando Nadia Toffa.
«Forse non tutti sanno che Nadia era a conoscenza di tutto sin da subito – ha aggiunto Alessia Marcuzzi – Lei sapeva tutto, sin dalla prima operazione. Sapeva che il suo cancro non le avrebbe dato più di un anno di vita».
Nadia Toffa ha sempre mostrato la sua grinta, la sua indole combattiva ma «anche lei ha pianto. Non ve l’ha fatto vedere, ma ha pianto tanto. Aveva paura, tanta paura ma non ha voluto dargliela vinta».
La storica iena Nadia Toffa infatti ha deciso di lottare a modo suo, di continuare a lavorare perché come diceva sempre: «non conta quanto vivi ma come vivi e lei ha vinto perché ha fatto ciò che voleva».
Il saluto di Nadia in un ultimo video inedito
Nadia sapeva che non le rimaneva molto da vivere ma aveva un’idea di un progetto da sviluppare e per attuarlo ha contattato uno degli autori de Le Iene.
Il servizio mandato in onda ieri sera inizia con un messaggio vocale di Nadia Toffa che invita Giorgio Romiti ad andare a casa sua per un’idea che le è venuta.
Il 21 dicembre 2018 si incontrano e dalla sua cucina Nadia spiega: «La sorpresa è che vorrei incontrare amici, vecchi, nuovi, persone care, parenti, colleghi che hanno lasciato un segno in questo mio ultimo anno tremendo, persone che contano davvero. Vorrei che tu mi aiutassi a filmare questi incontri».
Romiti allora le chiede perché le sia venuto in mente proprio adesso e Nadia continua: «In questo ultimo anno sono cambiata tantissimo. Non è il quanto vivi, ma come vivi. Io sto facendo il possibile per ritardare la mia morte, tutte le cure possibili. Il problema è che continua a tornare questo tumore. Vedremo quanto tempo avrò ancora, ma non credo molto».
Vuole sapere come le persone più care l’hanno vista da fuori, con schiettezza e sincerità e magari anche dare loro la possibilità di togliersi un sassolino.
«Le persone che nel momento del bisogno ci sono davvero, poi le conti sulle dita di una mano. Un dolore e una tragedia, ti sbatte in faccia anche questo, chi sono i conoscenti, chi sono gli amici e chi ti ama», aggiunge Nadia Toffa.
Tra le persone che vorrebbe incontrare: mamma Margherita, nonna Maria, Max Ferrigno, due amiche del liceo, il “boss” Davide Parenti ideatore de Le Iene, un amico di Brescia, la sua nipotina Alice e Silvio Berlusconi.
Romiti le chiede perché vuole filmare gli incontri e Nadia Toffa risponde: «Potrò rivedermi, loro potranno rivedersi. È come congelare un istante, una fotografia in movimento di noi, delle persone importanti per me».
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